La vera forza è rialzarsi

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Alex Schwazer è salito, suo malgrado, agli onori della cronaca la scorsa estate non per la medaglia che avrebbe potuto appendersi al collo e che difendeva, ma per una brutta storia di doping.

Alex ha sbagliato. Oppresso dalle aspettative, dalla paura di non farcela e di non poterle onorare. Chissà, il mondo dello sport, ad un certo livello nasconde sicuramente dinamiche e insidie quanto mai complesse.
Forse si può arrivare al punto di dover vincere, a tutti i costi.
E così si può rischiare di prendere delle scorciatoie che però alla fine (si veda anche il recentissimo caso di Armstrong) possono aiutare fino a un certo punto.

La sua intervista a luglio, o agosto che fosse, mi aveva commosso. Sarò sensibile, sarò sempre illusa, ma vedere quel ragazzotto così fragile confessare piangendo, con la testa bassa, mi aveva fatto compassione.

Ricordo che la cosa che mi aveva colpito era quel dire che in fondo lui quel controllo con cui l’avevano pizzicato l’avrebbe potuto saltare, era un suo diritto.
Ma quella menzogna che si portava dentro era ormai diventata troppo pesante.

Nessuno può negare lo sbaglio, ma in quella immagine c’era un uomo che consapevole del proprio errore si metteva alla gogna, con l’umiltà. A differenza di chi per anni ha fatto la voce grossa, si è difeso sprergiurando e facendo terra bruciata intorno a chi provava ad insinuare il più piccolo dubbio.

Quella conferenza stampa e l’intervista che Alex ha rilasciato ieri su La7 andrebbero fatte vedere nelle scuole, nei gruppi sportivi. Andrebbero fatte vedere da ogni genitore ai propri figli.

La storia di Alex ci insegna che non siamo perfetti, che possiamo sbagliare.
Ma sopratutto che la noatra forza non sta nel non sbagliare mai, ma nel saper riconoscere il proprio sbaglio e darsi una seconda possibilità, quella di Ricominciare.

Forza Alex, adesso è l’ora di rialzarsi! La medaglia più bella la potrai conquistare adesso!

Tutta precisione?

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Un po’ di giorni fa una persona mi diceva che bello voler fare le cose bene e con precisione, ma con pace e senza che questo diventi una cosa fine a se stessa e tanto per farla. ” (…) non come quell’investigatore privato, Dani, come si chiama?”. E lì per lì presa alla sprovvista non sapevo che nome tirare fuori. Mi era piaciuta la sua ricetta:

Ama e fa ciò che vuoi

di Agostiana memoria. E allora da quel giorno cerco (verbo per fortuna inventato per chi come rimane con tutte le sue umane miserie) di fare in modo che anche il voler lasciare la sedia a posto prima di uscire di casa non sia solo un esercizio di precisione, ma un modo consapevole per voler bene a chi passa dietro di me. La foto qui sopra? Tutti i giorni ogni tanto mi viene in mente quella chiacchierata e quell’ utile e provvidenziale suggerimento. Oggi però, ad un certo punto come un lampo, mi è venuto in mente quale era l’investigatore di cui si parlava: Poirot, che tra l’altro è nelle mie assolute letture preferite e di cui in effetti ho però sempre mal sopportato l’estrema pignoleria. Si vede che nella vita per capire le cose mi devo sempre scontrare con i loro estremi.

Sul bus – Il tema non fatto

E’ un dialogo che ho sentito l’altra mattina sull’autobus. Da quando ho perso gli auricolari e non li ho ancora sostituiti capita che mi accorgo di più della vita che c’è intorno, capti dei dialoghi tra qualcuno che per forza di cose alle volte mi aiutano a trarne degli insegnamenti.
Ovviamente prendendo sempre l’autobus alla stessa ora le storie ch incrocio sono spesso le stesse, ma c’è comunque sempre una buona componente di personaggi non abitudinari.
L’altra mattina c’erano due ragazzi delle superiori, in ritardo.
Siamo alla fine della scuola, tempo di verdetti.
Uno chiede all’altro se ha riconsegnato il tema assegnato e il compagno guardando in basso dice che no, non ha riconsegnato il tema. “Tanto sono bocciato, che senso aveva consegnare il tema?”.
È un po’ laconica la cosa. Poi io scendo, ma continuo a ripensare a quella arrendevolezza contenuta nelle parole del ragazzo. Si è arreso.
Certo, non sarebbe stato forse il voto che avrebbe cambiato il suo destino scolastico, ma magari gli sarebbe servito per ritrovare un po’ di morale, a sapere che può valere più di un voto.
Che ce la può fare. Che ce la possiamo fare, al di là dei nostri piccoli e grandi fallimenti.
Sono la prima a dover imparare la lezione.

Tav. Esisterà una via di mezzo?

L’attualità ultimamente offre diversi spunti su cui andrebbero fatte delle riflessioni.

Cominiciamo dalla Tav?

E’ mai possibile che non si riesca ad uscire, da una parte e dall’altra dalle proprie ideologie? Mi rifiuto di credere che esistano soltanto pregi da una parte o soltanto difetti dall’altra. Pare troppo difficile cercare di mettere da parte la sciarpetta da tifoso e contestare per partito perso a tutti i costi e incominciare a ragionare anche in un’ottica collettiva – sono cittadino del mondo e abito in Val Susa, ma questo non vuol dire che la Val Susa sia “mia”?

Non non lo vado a cercare, ma so per certo di aver postato su questo blog qualche anno fa un documento pro-NoTav. Ebbene, non dico che abbia cambiato idea, ma forse questa ossessiva ricerca di equilibri mi fa cercare di guardare le cose con più obiettività. Non so chi abbia ragione, se esista una ragione. E’ difficile orientarsi, o è tutto pro o è tutto contro, vie di mezzo non mi sembrano per il momento contemplate. Ma spero che si trovino – un po’ perdo io, un po’ perdi tu – perché si potrebbe finalmente dire di essere cresciuti un po’, come popolo, capace di andare al di là dallo stereotipo “not in my garden.

I girasoli dell’Umbria

Oggi "trasferta" in Umbria per un brainstorming con l'azienda che curerà il sito del Genfest.

Per pranzo siamo stati in un negozio di pizza al taglio vicino a Santa Maria degli Angeli e i ricordi sono corsi a qualche anno fa, quando insieme ad un nutrito gruppo di amiche eravamo state da quelle parti. Come un flash mi è tornata alla mente in modo particolare una serata in cui, dopo una lunga passeggiata da Assisi a lì, ci eravamo fermate a mangiare la pizza sulle scalinate della basilica. Cose che a pensarci fanno venire un sorriso!

GirasoliNon è sospetto quanto mi piaccia questa terra, i suoi colori, la sua "tranquillità" (un po' meno il caldo afoso).

Ma la cosa che più mi ha colpito oggi è stata vedere ogni volta che giravo la testa, soprattutto lungo l'autostrada da e per Roma, ma anche tra i paesi, distese immense di girasoli.

Forse era un messaggio neanche così tanto "in codice".

[ Photo credit ]

Patata bollente

A caldo, dopo la sicurezza di avere il quorum per tutti e quattro i quesiti referendari si potrebbero dire tante cose.

Che finalmente si è riusciti a superare lo scoglio del quorum e in Italia questa è una notizia, soprattutto se si pensa che il governo ha fatto di tutto per oscurare il referendum, Maroni a 2 ore dalla chiusura dei seggi dice che il quorum c'è, il tg1 e il tg2 – due nomi a caso? – hanno sbagliato la data … si potrebbe continuare una lunga lista.

Forse non era un voto "politico" o forse lo era. La differenza è molto sottile.

Sta di fatto che il 57 % degli italiani ha "disubbidito" a SB andando lo stesso alle urne: questo sì che è un voto politico. La particolarità dell'Italia forse si racchiude tutta qui, dove SB ha accentrato "amore e odio" su di se e dove di conseguenza ogni singola cosa diventa un "pro o contro". Non può che essere così. E da questo punto di vista allora sì, anche questi referendum sono un voto politico, e anche con segnali abbastanza forti. Dai risultati delle schede, soprattutto quelle sul legittimo impedimento, emerge un dato interessante: qualcuno del centro destra si è recato a votare nonostante l'appello ad andare al mare di SB.

Politico anche il fatto che a tenere sù il quorum sia stato il quorum relativo alle stelle al Nord, feudo di quel Bossi che aveva predicato all'estensionismo.

Si potrebbe fare anche cercare di capire il perché sia stato il Sud a tirare giù il quorum, ma forse sarebbe ingiusto nei confronti di chi a votare ci è andato.

Emerge sicuramente, per chi come me si sarebbe aspettata forse un plebiscito molto più ampio di partecipazione, per dirla con le parole della mia amica Chiara, l'impressione che nonostante il successo forse per certi versi insperato, sia "tutto assopito, addormentato. Il problema è risvegliare le coscienze, appasionarle al reale, interessarle a quanto avviene in città…basterebbe solo aprire gli occhi". Ha detto niente!

Si potrebbero cogliere tanti altri aspetti di queste elezioni, ma mi preme passare a quello che mi sembra più significativo, sulla scia anche dei risultati delle comunali di maggio.

L'Italia ha bisogno di una scossa e gli italiani hanno dimostrato di essere disponibili a cambiare idea e a voler rinnovare una classe politica in cui ormai non credono più. Per questo mi sembra che molta responsabilità con questo voto passi sulle spalle dell'opposizione a cui tocca il compito di offrire un'alternativa, con proposte serie.

Adesso qui ok "festeggiare", chiedere le dimissioni di SB e quant altro. Ma da domani la patata bollente sarà nelle loro mani.

Questa attuale opposizione, sarà in grado di darci un'alternativa seria?

Evviva i pazzi

Estate, per il calcio tempo di calciomercato.

Succede che Caracciolo, giocatore del Brescia, riceva un'offerta dalla Dinamo Kiev, squadra ucraina di rango abbastanza alto. Una notizia senza tanto clamore, se non fosse per l'esito: il giocatore rifiuta il trasferimento.

Vale la pena di leggere due dichiarazioni, quella di Corioni, presidente del Brescia, e del giocatore stesso.

Corioni dice: "E' un grande giocatore, ma certe occasioni non si dovrebbero perdere. Ha tante richieste, anche una dalla Dinamo Kiev ma non ci vuole andare. Non basta esser grandi giocatori, per fare delle scelte serve anche il carattere. Noi non perdiamo niente, è lui che perde un triennale da 3mln".

Queste invece quelle di Caracciolo: “A novembre mia moglie Gloriana partorirà due gemelli. Il motivo è solo questo. Una decisione che abbiamo preso, io e Gloriana, dopo aver visitato Kiev e le strutture della Dinamo. Ho trovato una bellissima città e un centro sportivo all’avanguardia. Stiamo parlando di uno dei club più prestigiosi dell’Europa, che mi ha fatto un’offerta che solo un pazzo poteva rifiutare. Ma l’offerta degli ucraini è arrivata in un momento molto particolare, per questo non me la sono sentita di stare lontano da mia moglie in una fase così delicata. Dall’ottavo mese di gravidanza non avrebbe più potuto prendere l’aereo e i bambini, appena nati, non sarebbero potuti venire a Kiev. No, non avevo l’animo giusto per tentare un’avventura del genere, che sarebbe stata gratificante dal punto di vista economico e anche sotto il profilo professionale. Io non potevo perdermi la nascita dei miei figli, lasciando mia moglie da sola a Milano. Avessero già avuto qualche mese, era diverso. Ho anteposto il valore della famiglia ai soldi e nessuna cifra poteva farmi cambiare idea”.

Non so voi, io sto tutta la vita con il "personaggio" Caracciolo, così come l'ha definito Corioni. Ancora un briciolo di dignità in questo mondo così tormentato come quello del calcio.

"Evviva i pazzi che hanno capito cos'è l'amore (Povia)"

Le cose importanti della vita

Per la serie, le cose importanti della vita: Sarkozy, presidente francese, convoca una riunione sulla sconfitta della squadra transalpina al mondiale sudafricano. 

Deduco che in Francia tutti hanno un lavoro, la crisi non esiste, la scuola non ha problemi, le persone siano soddisfatte dall'operato del proprio governo … che dire, beati loro che possono dedicarsi a queste quisquiglie!