C’è solo un Capitano


Che dire, Campione, solo GRAZIE!

Ti vogliamo ricordare così. Sorridente e vittorioso. Mai una parola fuori posto, una polemica, neanche questa volta in cui come tutti noi hai sperato fino all’ultimo che in qualche modo il rapporto si potesse ricucire. Pazienza è difficile da dire … ma ci proviamo.

E se mai dovessimo vincere la Champions, quanto vorrei che potessi venire ad alzarla tu!

L’immagine (bella) del calcio

Pep Guardiola è (ancora per poco) l’allenatore del Barca. Quel Barca dei miracoli, che ha vinto in pochi anni tutto quello che c’era da vincere, che ha prodotto uno dei migliori spettacoli calcistici di sempre.

Qualche settimana fa in una conferenza stampa alla presenza dei suoi giocatori, a cui aveva annunciato la notizia alla mattina, ha confermato il suo addio alla squadra catalana alla fine di questa stagione.

Ieri ha salutato il suo popolo, quello blaugrana, in occasione dell’ultima partita casalinga di quest’anno al Camp Nou.

Commozione sugli spalti, commozione per Guardiola, per i giocatori.

Sono immagini belle, lui che prende un microfono e dal centro del campo saluta, quel girotondo con i suoi giocatori e collaboratori intorno alle linee del centrocampo. Come fossero bambini. Penso sia questo il bello e l’importante della vita, saper prendere tutto con leggerezza, semplicità. Come un bambino, appunto.

E, mi si permetta, un bravo a Pep. Che ha saputo dire stop, ha saputo riconoscere che nella vita c’è anche altro rispetto al calcio (anche se si vedrà per quanto…). Non è da tutti e anzi … ce n’è soltanto da prendere esempio.

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Evviva i pazzi

Estate, per il calcio tempo di calciomercato.

Succede che Caracciolo, giocatore del Brescia, riceva un'offerta dalla Dinamo Kiev, squadra ucraina di rango abbastanza alto. Una notizia senza tanto clamore, se non fosse per l'esito: il giocatore rifiuta il trasferimento.

Vale la pena di leggere due dichiarazioni, quella di Corioni, presidente del Brescia, e del giocatore stesso.

Corioni dice: "E' un grande giocatore, ma certe occasioni non si dovrebbero perdere. Ha tante richieste, anche una dalla Dinamo Kiev ma non ci vuole andare. Non basta esser grandi giocatori, per fare delle scelte serve anche il carattere. Noi non perdiamo niente, è lui che perde un triennale da 3mln".

Queste invece quelle di Caracciolo: “A novembre mia moglie Gloriana partorirà due gemelli. Il motivo è solo questo. Una decisione che abbiamo preso, io e Gloriana, dopo aver visitato Kiev e le strutture della Dinamo. Ho trovato una bellissima città e un centro sportivo all’avanguardia. Stiamo parlando di uno dei club più prestigiosi dell’Europa, che mi ha fatto un’offerta che solo un pazzo poteva rifiutare. Ma l’offerta degli ucraini è arrivata in un momento molto particolare, per questo non me la sono sentita di stare lontano da mia moglie in una fase così delicata. Dall’ottavo mese di gravidanza non avrebbe più potuto prendere l’aereo e i bambini, appena nati, non sarebbero potuti venire a Kiev. No, non avevo l’animo giusto per tentare un’avventura del genere, che sarebbe stata gratificante dal punto di vista economico e anche sotto il profilo professionale. Io non potevo perdermi la nascita dei miei figli, lasciando mia moglie da sola a Milano. Avessero già avuto qualche mese, era diverso. Ho anteposto il valore della famiglia ai soldi e nessuna cifra poteva farmi cambiare idea”.

Non so voi, io sto tutta la vita con il "personaggio" Caracciolo, così come l'ha definito Corioni. Ancora un briciolo di dignità in questo mondo così tormentato come quello del calcio.

"Evviva i pazzi che hanno capito cos'è l'amore (Povia)"

Si è appena conclusa la finale di Champions, vinta dal Barcellona.

Una partita intensa, spettacolare, che ha visto la vittoria della squadra onestamente più forte forse, senza esagerare, a livello mondiale. 

Ma è stata una serata sportiva con un piccolo episodio che restituisce al calcio anche un po' di umanità e bellezza. La famosa coppa delle orecchie, come viene scherzosamente chiamata, non è stata sollevata da Carles Puyol, storico capitano del Barcellona, ma da Eric Abidal, suo compagno di squadra oggi titolare dopo appena due mesi e 10 giorni dall'intervento chirurgico per un tumore al fegato.

Forse il calcio non è poi così tutto da buttare.

Finalmente gli azzurri … in azzurro!

Sono arrivata a casa stasera giusto in tempo per vedere l’ultimo goal (bellissimo, soprattutto il meraviglioso passaggio di Pirlo per Beppe Rossi che speriamo davvero la Juve non se lo faccia sfuggire!) dell’Italia contro gli Stati Uniti nella prima partita degli azzurri nella Confederation Cup, diciamo il preludio ai mondiali del prossimo anno (e dire che sembra ieri che eravamo a festeggiare gli "eroi" di Berlino!) in Sud Africa.

Non ho visto la partita e quindi nessun commento … ma caspita, che bella la maglietta di quel colore: è stupenda! Forse ancora un po’ più chiaro sarebbe stato il top, ma sicuramente meglio delle maglie blu!
Peccato per l’abbinamento con il marrone dei pantaloncini, ma in effetti trovare un altro colore non troppo appariscente da abbinargli non è facile (ma un bel bianco no?) … tutti azzurri sarebbero sembrati con il pigiama pronti ad andare a dormire!

The day-after

A mente fredda forse si può dire che in realtà siamo già stati fortunati ad arrivare ai quarti. Per dirla proprio tutta. Sembrava che dopo la vittoria contro la Francia fossimo diventati chissà quali fenomeni. Ed invece eravamo rimasti la solita Italia mediocre.

Siamo forse l’unica squadra (per lo meno di quelle passate ai quarti, ma forse anche in generale) a non aver mai segnato su azione, ma sempre su palle inattive: Panucci di testa contro la Romania sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Pirlo su rigore e De Rossi su una punizione palesemente deviata contro la Francia.
E soprattutto siamo gli unici a non aver mai mandato a segno i propri attaccanti.

Pretendevamo forse di andare in semifinale con questi numeri?

Non si capisce come Toni, insieme a Buffon e forse Panucci e Zambrotta, sia stato uno dei pochi a giocare tutti i minuti di tutte le partite.

Non ne ha azzeccata una, se non contro la Romania quando ha segnato un goal ingiustamente annullato. Ma (prima e) dopo il nulla.
Donadoni doveva avere il coraggio di cambiare. Ha portato come suo alter-ego Borriello: doveva provarlo.
Perchè altrimenti viene da pensare che abbia portato il giocatore del Milan (ma l’anno scorso al Genoa) solo per accontentare la pressione mediatica che aveva nel "dover portare il giocatore".

E allora, in questo caso, si è dimostrato debole due volte. Perchè per essere il CT di una nazionale forte, bisogna avere il coraggio di fare scelte impopolari. Poi si possono prendere delle enormi cantonate, in un modo o in un altro.
Ma per lo meno, una volta "scelto", bisognerebbe dar "coerenza" alle proprie scelte.

E per essere un CT degno della nazionale, bisogna anche saper "rischiare": perchè non provare Del Piero – Cassano nel secondo tempo ieri?

E poi, perchè continuare ad utilizzare giocatori in ruoli non loro? Del Piero porterà anche il numero 7 … ma è tutt’altro che un’ala. Provarlo da seconda punta "vera" faceva troppo schifo? Vale lo stesso fosse stato Quagliarella o Di Natale, non è questo il punto.

Ci sono squadre che giocano senza "giganti" in attacco e vincono lo stesso: per fare l’attaccante non serve un’altezza > 175 cm, eh!

Io è dai primi 10 minuti contro l’Olanda che dico che Donadoni non può essere ct della Nazionale.
Il suo primo errore è stato lì, non cambiare subito prima che il tutto diventasse ormai irreparabile.
L’ultimo errore è stato ieri, nella scelta dell’ordine dei rigoristi (prima vanno quelli "bravi": non solo tecnicamente, ma soprattutto quelli che hanno un po’ "d’esperienza" internazionale: se ben ricordate Grosso ai Mondiali, che era all’epoca ancora un po’ "acerbo" dal punto di vista di esperienza internazionale, fu messo per ultimo: si poteva fare con Di Natale questa volta).

Nel mezzo un sacco di fesserie, anche abbastanza ovvie da uno che nella sua carriera ha allenato solo il Livorno (con tutto rispetto). Mi chiedo che senso avesse sceglierlo come selezionatore dopo il mondiale vinto da Lippi.

Mai gli stessi 11 in campo – con infortuni e squalifiche ci può stare, ma suppongo che a parte la difesa, il resto della squadra sia sempre cambiato -, mai un cambio di schema, quasi farlo significasse ammettere i proprio sbagli. Sempre palla lunga e pedalare. Qualche cross (il Zambrotta visto in campo è un lontano parente di quello che giocava nella Juve … Milan, la tua rifondazione parte di qui? Auguri!) per Toni a cui ovviamente non riusciva niente. Palle in verticali non mi pare di averne mai viste ieri. Qualche sprazzo con la Francia e forse la Romania con Pirlo. Ma poi stop.

L’errore più grave è comunque stato il suo giustificare tutto e tutti a prescindere. Non serve mettere alla gogna nessuno, perchè quello porterebbe solo destabilizzazione nell’ambiente … ma dire che si poteva fare meglio non è peccato.
Dopo la partita dell’Olanda pare anche che se la sia presa con Buffon per le sue scuse "pubbliche". Con chi ci aveva messo la faccia dopo la figuraccia peggiore che io ricordi – per non andare troppo indietro.
E’ vero che non è facile ammettere i propri errori. Ma sarebbe un gran punto a suo favore, che forse potrebbe coprire le mancanze "tecniche".

Poi ovvio, a posteriori siamo tutti bravi a fare il ct e con i se e con i ma non si fa la storia. Ma qualche piccola considerazione si.

Adesso che si rifondi.
Di giovani bravi (e forse un po’ più affamati di certe patate bollite che si trascinavano in campo ieri sera) ce ne sono (anche il povero Aquilani che ieri sera sembrava dovesse salvare la patria, ma certo non è stato messo in condizione per farlo, oltre a non averne l’esperienza): basta puntare su di loro fin da subito, dare il benservito a quelli più cotti del gruppo "mundial" e lasciare che questi due anni di qualificazione ai mondiali del Sud Africa servano ad amalgamare per bene il gruppo.

Ma siamo in Italia. Difficilmente sarà così. Gli intoccabili che zombettavano per il campo ieri sera ce li troveremo in campo in Sud Africa. Ci scommettiamo?

Ah … e comunque le pagelle di Zucconi su Repubblica riconciliano sempre con il calcio.

Spagna – Italia: l’Italia saluta gli europei

22.25:  Toni, ma cosa fai? Lasciala a Grossoooooooooooooooooooo!
 Aquilani inesistente, eh!

22.29: Ehi, spagnoli, ma non giochiamo a pallavolo!

22.30: Donadoni … lo vogliamo togliere ‘sto Toni?
22.35: Buffon, i palloni si possono anche bloccare ogni tanto, eh?

Partita bruttina, andiamo ai rigori. Intanto ci sono i supplementari.

22.42: che paura. Spagna, tiro fuori.
22.45: Doppia occasione per l’Italia.

22.58: entra Delpiiiiii!

23.03: Chiellini il migliore in campo. E ho detto tutto.

23.11: ma che sofferenza!!!

Si va ai rigori.

L’italia E’ l’eccezione che conferma la regola. SIAMO FUORI.

Adios Europei.

Questione di numeri

Portogallo – Germania: passano il turno i crucchi, secondi nel loro girone, qualificati all’ultima partita.

Croazia – Turchia: "zona Cesarini" ribattezzata "zona turca" e passano il girone i "mamma-li-turchi" (tre partite vinte e ribaltate quasi allo scadere del tempo, regolamentare nel girone e supplementare nei quarti), secondi nel loro girone e qualificati nell’ultima partita.

Ieri sera guardando il portiere turco giocare, mi è tornato in mente quando qualche anno fa era l’idolo di mio cugino che, giocando anche lui come portiere, lo imitava in tutto e per tutto. Codino (inguardabile) compreso.

Olanda – Russia: la squadra più giovane di questo europeo (si dice), manda gli olandesi a tornare a coltivare tulipani nei polders (termine tornato alla memoria dalla ricerca sui Paesi Bassi che feci per l’esame delle elementari). Anche i russi qualificati secondi nel loro girone all’ultima partita.

Spagna – Italia: riuscirà l’Italia a non essere l’eccezione che conferma la regola?

Vamos azzurri!