Rallentare il passo

la-poesia-dei-piedi-L-ChucqqIeri, presa la chitarra, stavo andando verso il punto di ritrovo quando ho visto arrivare Elisabetta, che probabilmente era appena uscita dalla Metro. Mi sono fermata per aspettarla per fare quel pezzo di strada insieme, visto che andavamo nello stesso posto.
Betta è un’amica speciale, per tanti motivi, ma anche perchè combatte ogni giorno con un problema fisico che non le permette di camminare con facilità.
Ci siamo incamminate verso il punto dove avremmo trovato il resto della banda.
Mentre facevo la strada con lei, cercando per una volta di dimenticarmi il mio passo sostenuto da universitaria, mi è tornata in mente una frase che fa capolino spesso nei miei pensieri, che mi piace tanto e che tutte le volte che la leggo – e sono tante – richiede in me una conversione:

(…) rallentare il passo per camminare insieme convinta che ero io ad averne bisogno (…)
(da “Oltre il velo nel cuore del Pakistan” di D.Bignone)

Una frase che ho sempre trovato illuminante, e che forse a volte però ho cercato di far mia solo per “inerzia”, perché fidandomi di chi l’aveva scritta, sapevo essere vera. Ma un conto è cercare di  farla propria, un altro è poi viverla.

Ecco. Ieri mentre camminavo con Betta, pur immersa nella mia stanchezza e con il cervello un poco annebbiato, forse per la prima volta “ho capito” profondamente il senso di questa frase perché era quello che stavo vivendo.

Si. Perché anche ieri rallentare il mio passo era una cosa che veniva prima di tutto in mio vantaggio e di cui io avevo bisogno: per poter guardare Betta negli occhi mentre parlava, per poter non perdere un filo delle cose che mi diceva, per poter allungare la mano ci fosse stato bisogno di un aiuto per circumnavigare un ostacolo. Se avessi fatto solo un passo in più, se non avessi rallentato, quante cose che mi sarei persa!

Mi sono gustata questa (ri)scoperta, nella ricaduta pratica di quel momento ma sopratutto pensando a quel camminare più grande che è la Vita. Mi sono venuti in mente tanti momenti e tante situazione dove invece che aspettare ho accellerato il passo. Mi è venuta la paura di non essere sempre capace di ripetere questo “rallentare” con le persone che la vita mi mette accanto ogni giorno o anche solo per una volta.

Ma mi è venuta anche una grande voglia di provarci. Di cadere quando non ne sarò capace. E di riprovarci ancora.
Convinta, per davvero, che sono io, ad averne bisogno.

 

 

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