Tutta precisione?

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Un po’ di giorni fa una persona mi diceva che bello voler fare le cose bene e con precisione, ma con pace e senza che questo diventi una cosa fine a se stessa e tanto per farla. ” (…) non come quell’investigatore privato, Dani, come si chiama?”. E lì per lì presa alla sprovvista non sapevo che nome tirare fuori. Mi era piaciuta la sua ricetta:

Ama e fa ciò che vuoi

di Agostiana memoria. E allora da quel giorno cerco (verbo per fortuna inventato per chi come rimane con tutte le sue umane miserie) di fare in modo che anche il voler lasciare la sedia a posto prima di uscire di casa non sia solo un esercizio di precisione, ma un modo consapevole per voler bene a chi passa dietro di me. La foto qui sopra? Tutti i giorni ogni tanto mi viene in mente quella chiacchierata e quell’ utile e provvidenziale suggerimento. Oggi però, ad un certo punto come un lampo, mi è venuto in mente quale era l’investigatore di cui si parlava: Poirot, che tra l’altro è nelle mie assolute letture preferite e di cui in effetti ho però sempre mal sopportato l’estrema pignoleria. Si vede che nella vita per capire le cose mi devo sempre scontrare con i loro estremi.

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