Penso che … ci saremmo capite

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Cara Chiara Luce, anzi, Chiaretta … devi avere un conto aperto con me, incomincio ad esserne abbastanza convinta!
L’anno scorso, poi questa estate e adesso un’altra avventura…mi sembra che non ti fai proprio mancare occasione per farmi mettere in gioco!

In questi ultimi tempi di assidua frequentazione di Sassello, più di una volta ho pensato quanto avrei voluto conoscerti personalmente, potermi fare la mia idea di te.

E difficile dire che cosa mi affascina di te. Forse la normalità che ti permetteva di essere radicale e “di mondo” allo stesso tempo. Come due opposti che si attraggono e si completano, che non possono stare uno senza l’altro. Ti immagino – e vorrei saper essere anche io – così.

C’è una cosa che sto scoprendo e che mi fa sentire tanto simile a te. Oggi pensavo ad una cosa che mi provocava sofferenza e ho pensato che in fondo anche tu ci hai messo un po’ a dire quel tuo Si.

Forse siamo un po’ uguali (ribelli) su questo. Nelle piccole e grandi cose, il Sì in fondo poi arriva, ma prima c’è da macinare un po’ dentro. Sventrarsi il cuore, sentirlo e vederlo ‘sanguinare’. Dover star un po’ lì, in quello star male, in quella sofferenza. Vederla, guardarla bene. Toccarla. Sentirla. Dargli un nome, una forma. Un po’ come andare giù giù giù e poi …. e poi risalire.

Non ci siamo mai conosciute e così cerco di conoscerti mettendo insieme i pezzi di chi ti ha conosciuto ma penso proprio che sì, ci saremmo capite.

L’Amore

[…] Perché la santità attrae ancora, se il tuo cuore, anche se ferito, si fa capace di non chiudere la porta al desiderio. E quel cuore, quando trova un luogo capace di farvi riposare le sue durezze, si commuove eccome.

Mentre tornavo a casa con mia moglie, rimeditavo nel profondo di quel cuore tutto ciò che avevo visto e sentito. Ed é soprattutto uno sguardo quello che ancora adesso mi é rimasto dentro. Lo sguardo di Ruggero negli occhi di Maria Teresa mentre parlava. Profondo, dolcissimo, straordinariamente intenso. E quello di lei quando parlava lui. Uguale, ma diverso allo stesso tempo, altrettanto carico d'amore. E' quell'amore che sa farsi uno, che fa il vuoto per accogliere il tutto dell'altro. Ed é lo sguardo di chi, da genitore, si é scoperto misteriosamente figlio di chi ha generato, perché ciascuno ha accolto l'Amore più grande, che ha consentito ad ognuno di rinascere nuovo in Dio.

Se dovessi lasciare tutto e trattenere una cosa sola, ecco cosa stringerei forte a me: quello sguardo, capace di creare una scia di luce.

Lo sguardo di due genitori, che desideravano tanto una figlia, arrivata dopo undici anni d'attesa e che l'hanno ridonata a Dio dopo altri diciotto. Per poi ridonarla alla Chiesa. E per ridarla adesso – ieri sera come ogni volta che raccontano di lei e di loro – ovunque vengano chiamati perché diano testimonianza di ciò che é accaduto. Perché Chiara, adesso, é davvero di tutti. […]

Si avvicina San Valentino. Stamattina leggo queste impressioni e non posso che farle mie e ricondividerle qui, perché esprimono meglio di come so fare io quello che provo ogni volta che vedo Maria Teresa e Ruggero, vedendo in loro, nel loro essere, quella realizzazione di Famiglia e di Amore.

Con il cuore il desiderio, un giorno, di poter assomigliare anche io un pochino a loro.

Live. Love. Light. Chiara Luce Badano finalmente Beata!

Chiara Luce
Life. Love. Light.  Vita. Amore. Luce

Questo sabato sarò a Roma per la Beatificazione di Chiara Luce. E' difficile spiegare quello che rappresenta per me la sua vita e, se posso dire, cosa rappresenta per me la sua continua presenza in ogni cosa che faccio. Non è un mistero che la consideri una sorella maggiore, con cui "confrontarmi", a cui chiedere consiglio. So che posso passare per una specie di esaltata, ma vi assicuro che è qualcosa di vero, reale, tangibile. Non sono parole al vento, sono la mia vita di tutti i giorni.

Sabato dicevamo. Sabato questa ragazza di 18 anni diventa Beata. Si attente una grande folla a Roma per questo avvenimento, da ogni continente. Saranno due giorni speciali, forti, emozionanti.

Voglio fare un invito che ognuno deve prendere come rivolto personalmente a ciascuno.
Sabato 25 sera ci sarà una festa, perché è così che usa tra di noi. Una festa per raccontare Chiara, nella sua semplicità. Una festa dei giovani per i "giovani", anche quelli che hanno qualche anno di più ma si sentono giovani nell'animo,
Se avete tempo, accendete la televisione su TV2000 (ex Sat2000 – chiunque ha un decoder la può vedere) o collegatevi su http://live.focolare.org alle 21 per vedere, per conoscere, anche se attraverso uno schermo Chiara Luce, per conoscere una ragazza che di una vita vissuta con semplicità e nella normalità ne ha fatto un capolavoro.

Chiara Luce Badano, 18 anni fa

18 anni sono solitamente un traguardo importante, nella vita di una persona.

Si diventa maggiorenni, si incomincia a diventare "grandi", la patente e tante altre cose.

E c’è anche chi a 18 anni ha spiccato il volo più importante della sua vita, dopo una vita normale, fatta di giornate storte, di tante lune … e chissà cos’altro.
Perchè Chiara Luce era così, normale. Come tanti di noi.

Dio gli ha chiesto tanto, la sua vita, e lei gliel’ha data. Come aveva scritto nel suo diario, è salita su quel treno in corsa che la portava via da mamma e papà, dagli amici, dalla sua Sassello, dal suo mondo, dalla sua voglia di donarsi agli altri.

E sono passati 18 anni da quel 7 ottobre 1990.
Anche la sua vita "dopo" è ormai diventata "maggiorenne". A inizio luglio è stata dichiarata "venerabile", che per la Chiesa è il gradino appena sotto l’onore degli altari. E da questo titolo non potrà più tornare indietro.

Domenica ero nella sua Sassello per la sua festa, perché in 18 anni è rimasta testimone di come anche i giovani possano trasformare la propria vita in qualcosa di grande. E non necessariamente morendo come lei a 18 anni. E questo suo sorriso non si è fermato. In questi 18 anni ha fatto il giro del mondo, ma poi torna sempre lì, nella sua Sassello, nella sua "semplicità"  di giovane piena di vita che ha saputo aprire le ali al momento giusto, dopo una vita di allenamento.

Ecco perché questo tuo sorriso, Chiara, tutte le volte mi fa ricordare che anche io ce la posso fare!

7 ottobre 2007

Splendevi proprio qui
fra tante ma non lo sai
ancora piccola tu sei

Riflesso ombra luce
ognuno ha un posto suo
ma tu cercavi di più
Allora una calda brezza
ha preso entrambe le tue mani
e adesso nel tuo cuore ti dirà

Corri, corri, brilla accanto a me, nella stessa luce
Corri, corri, brilla brilla che luce chiara e bella sei

La sera aspettava di
vederti sorridere
per sciogliersi nella tua luce

e sempre sentivi che
da sola non eri mai
perchè il sole splende in te
La brezza ora lo sai
soffia sempre accanto a te
e adesso dal tuo cuore si alzerà

Corri, corri, dimmi che non c’è, nulla da temere
Corri, corri, brilla, brilla che luce chiara e bella
Corri, corri, dimmi che non c’è, nulla da temere
Corri, corri, brilla, brilla che la tua luce ora è in me.

Luce, canzone dedicata a Chiara Luce Badano.

Ieri ero a Sassello, a "trovare" Chiara. Come sempre è stato particolare, questa volta anche "pagato".
Ma Chiara Luce "corre" ancora.

E’ difficile

E’ in corso una lotta interiore. Che forse non riuscirò ad esprimere in modo completo. Ma pazienza.

Mi è sempre stato insegnato ad amare il nemico, qualunque esso sia.

Ma presa dal circo mediatico in questi giorni allestito intorno alla vicenda di Piergiorgio Welby, al sua morte, omicidio o suicidio che sia, al rifiuto categorico (e anche un po’ troppo sbrigativo e freddo) da parte del vicario di Roma, Cardinale Ruini, del funerale religioso, non riesco davvero a capire dove potrebbe essere la verità.

Da una parte l’uso distorto fatto dalla politca di questa persona, desiderosa di morire.
Welby poteva suicidarsi come pultroppo fanno tante persone nel silenzio. Ed invece ha (o hanno) deciso di "immolarsi" per la causa radicale sulla "libertà individuale" di decidere quando e come morire. Voleva fare audience.

Dall’altra la Cattolicità con i suoi Codici di Diritto da far rispettare.
Non ci sarà funerale religioso. Non sta a me dire se è un bene o un male.

Perchè se da una parte l’uomo non si può sostituire a Dio per decidere la fine di una vita, dall’altra gli stessi uomini non si possono sostituire a Dio per decidere se Egli l’ha accolto nella sua infinita misericordia oppure no.
Ma forse qualcuno del Vicariato romano ha pensato che celebrare un funerale religioso sarebbe potuto essere interpretato come un’arresa o una legittimzione di fronte alla scelta estrema di Welby.

Mi piacerebbe, dall’altra parte, però chiedere ai Cattolici che oggi impugnano condanne, Diritti Canonici e quant’altro che cosa abbiamo fatto perchè questo non accadesse.
Per cosa abbiamo fatto non intendo quante ore abbiamo passato in un forum o sul blog a chiederci se l’eutanasia è giusta, se è o non è accanimento terapeutico, a parlar male dei radicali.

No. Per "cosa abbiamo fatto", io intendo se per caso qualche Cattolico si è preso la briga di andare a trovare Welby in ospedale, fargli sentire il proprio calore, il proprio Amore, quello disinteressato, nonostante Welby fosse, appunto, il "nemico".
Abbiamo forse cercato di fargli cambiare idea? Non proponendogli polpettoni del Catechismo, ma con "l’azione"? Che io sappia nessuno l’ha fatto.

Buona parte dei cattolici è rimasta "spiazzata", bisogna ammetterlo. Difficile spiegare la posizione della Chiesa. Anche un po’ imbarazzante, se si pensa che ad altri personaggi (l’ultimo in ordine di tempo, Pinochet) non meno "peccatori" il funerale religioso sia stato concesso.

E poi difficile spiegare a parole ad un non credente perchè l’uomo non possa disporre della sua vita a proprio piacimento, e perchè sono contraria ad ogni forma di eutanasia, perchè credo nella vita, anche e soprattutto nel Dolore, quello di un Dio che a breve si rifarà uomo e che grida "perchè mi hai abbandonato?". Difficile. Potrei indirizzarlo verso figure che ci hanno tentato con la loro stessa vita. Ma forse non basterebbe. E non mi sentirei di giudicarli se non capirebbero: la loro idea è importante quanto la mia.

Sassello, il giorno dopo

 .. tante parole sarebbero superflue per parlare di ieri a Sassello.

Lo dicevo in precedenza: bisogna viverla di persona. Raccontata perde di quella unicità che si crea dal clima che si respira in queste occasioni.

Io ho avuto la grande fortuna di viverla "dal di dentro", essendo stata già a Sassello sabato pomeriggio per le prove della band.

E ho avuto così la fortuna di scambiare quattro chiacchiere con mamma e papà Badano: due persone squisite. Dopo 16 anni dalla partenza della loro unica figlia non si tirano indietro per niente e sono sempre i primi ad Amare.
A noi che eravamo lì per preparare non hanno fatto mancare nulla, ci hanno offerto la pizza per cena e dell’ottima focaccia ligure per colazione, ci hanno portato un sacchetto dei buonissimi amaretti locali. Ci hanno trattato come se fossimo loro figli .. e forse un po’ lo siamo, tutte le volte che ci ricordiamo come Chiara di vivere seguendo quell’Amico speciale.
Ma non solo noi. Hanno Amato singolarmente tutte le persone che ieri erano a Sassello.

Un’esperienza unica: questo al di la di quello che è stato il programma, dei problemi, delle sofferenze per i continui tagli al programma.
Come sempre il momento più toccante è stato al cimitero, dove ci siamo recati per salutare Chiara, semplicemente, come si fa con una amica speciale.
Con il cuore la richiesta di aiutarmi, aiutarci, a fare della nostra vita un Capolavoro, come la sua è stata.

Chiara Luce

Ne ho parlato tanto di domenica, in questi giorni. Perchè?
Domenica sarà un giorno speciale.

Sarò a Sasselo, piccolo paesino nell’entroterra ligure. E non sarà la prima volta.

Chiara Luce Badano.
Una ragazza come molte altre, semplice. Che fa della sua vita un capolavo quando, a 16 anni, scopre di avere un tumore alle ossa che la porterà, due anni più tardi, alla Partenza per il Cielo.

Potrei dire tante cose, dopo tutto ormai Chiara la conosco bene.

Ma dopo tante volte che sono stata a Sassello per la sua "festa", mi rendo conto che l’esperienza di scoprire Chiara bisogna farla personalmente proprio lì, dove lei è vissuta. Ha un altro sapore.

Per ora lascio che sia lei ha parlare, attraverso i suoi occhi, attraverso il suo sorriso.