Variante torinese del Padre Nostro:

[…] e dacci oggi la nostra pioggia quotidiana […]

Comunque, per cambiare argomento, leggiucchiando in questi giorni le dispense di CVS (lo so, mi voglio fare del male), sono giunta alla conclusione sarà abbastanza dura riuscire ad arrivarci in fondo.

Qualche esempio:

Lingua parlata e lingua scritta: la lingua parlata presenta numerose differenze dialettali e di registro linguistico. La lingua scritta è più stabile; i parlanti usano la voce (cadenza, intensità, intonazione e ritmo) e sfruttano i gesti (movimenti del corpo e espressioni facciali); i parlanti usano le pause e l’intonazione. Gli scrittori usano la punteggiatura; i parlanti pensano e parlano quasi nello stesso tempo. Gli scrittori prima pensano e poi scrivono; il parlato è di solito spontaneo e poco pianificato. La maggior parte dei testi scritti richiede del tempo per la loro realizzazione. Per questo un testo scritto va pianificato. Gli scrittori possono tornare indietro nei loro testi e modificare quello che hanno scritto; di solito il parlante parla con un interlocutore che è presente […]. Per lo scrittore la risposta del destinatario è rinviata Lezione III – La lingua nel tempo […]. Lo scrittore è dunque costretto a immaginarsi il proprio lettore e a favorirne l’interpretazione; il parlato è spesso usato in modo informale e ripetitivo […]. Lo scritto è più formale e compatto […]. Esso procede secondo logica a sviluppare un discorso e evita le ripetizioni; scritto e parlato seguono una sintassi diversa nel disporre i messaggi uno dopo l’altro

Copiato e incollato dalle dispense (da una citazione, per essere precisi).
Ma dare un senso logico a tutto no, eh?

4 thoughts on “

  1. utente anonimo says:

    dani, mi dispiace dirtelo, ma ti ci devi abituare! man mano che vai avanti con gli anni universitari i libri diventano sempre peggio. io prima di studiare ogni volta devo ridare un senso logico e una forma corrente a quello che leggo!

    coraggio!!

    marta

  2. dai, a chi la pioggia a chi la grandine.. grande come dei chicchi d’uva!!

    Cmq a tutti capita un bell’esame di “italiano” prima o poi.. Forza e coraggio! Io mi sto facendo 232 pagine di disegno infantile..

  3. concordo e non so che dirti..

    anche noi abbiamo fatto un esame analogo, beh, no, noi ne abbiamo fatti due: linguistica italiana 1 e linguistica italiana 2!

    Nel primo, al primo anno, ci siamo dovuti imparare i dialetti, gli accenti..tutta la storia dell’italiano, passando pure per Petrarca, Dante e Boccaccio. E l’esame consisteva in tre domande sul libro e un articolo di giornale da commentare. Bene, per il commento bastava un buon vocabolario etimologico, sceglievi una bella parola dall’articolo e copiavi la definizione dal vocabolario.

    Al quarto anno invece ci siamo studiati tutte le figure, quindi onomatope, dislocazioni, inversioni, metafore e via dicendo.. Due esami utilissimi davvero! Quello del quarto anno interessante, per i materiali usati, ma utile.. no!

    per quanto riguarda l’informatica.. in facoltà da noi non va molto di moda.. ho fatto un laboratorio su power point e ne sapevo di più io, con le mie scarse conoscenze delle superiori,(ex magistrali..) della prof. Il prossimo, e ultimo, esame di informatica che abbiamo riguarda un “nonsobeneancoraquale” programma, ma è a crocette, e lo puoi fare tutte le volte che vuoi.. immagina in quanti lo studiano davvero!

    Non mi addentro nel discorso crediti, dico solo che una volta ho fatto un esame con una ragazza, per me valeva i soliti 3 crediti, per lei 1.. Si può fare un esame da 1 credito???

Rispondi a utente anonimo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *