Ratisbona 2, la vendetta!

Come in occasione delle polemiche dopo il 1° maggio scorso, anche questa volta stavo (volontariamente) "sorvolando" una delle questioni più "scottanti di questi giorni".

Ma mi sembra di dover dare giusto risalto a delle ottime riflessioni sulla questione, che condivido in ogni parola, virgola, spazio e ritorni a capo compresi, aggiungendo, se mi è permesso, qualche piccola considerazione, perchè io sono più "terra terra" nei miei ragionamenti anche se vorrei arrivare alla stessa conclusione

[…] però il discorso torna sempre lì: il rispetto. E’ l’unica strada possibile per il dialogo. Ma spiace vedere che (quasi) sempre i pregiudizi e le ideologie finiscono per prevalere, da una parte e dall’altra. […]

ps. si può citare, vero?

La questione è la seguente: Papa Benedetto è stato invitato all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università "La Sapienza" di Roma; alcuni professori hanno fatto sapere che non è il benvenuto per sue fantomatiche parole durante un discorso quando era ancora Cardinale a Parma, nel lontano 1990.

Dunque dunque. Riordiniamo le idee.

Prima di tutto, il Papa non terrà, come era previsto, una "Lectio magistralis" (si scriverà così?), ma un semplice discorso.

Secondo punto, molto più importante.
La malafede o l’ignoranza, non so quale scegliere (e non so quale sperare) di professori universitari (sic!), giornalisti, che aprono Wikipedia (che ricordo, è tanto utile quanto da prendere con le pinze, essendo aperta alla modifica di tutti), leggono una citazione e NON ne verificano la fonte prendendola per oro colato e sganciandola dal suo contesto.

Finisce così che si decontestualizzi non una frase, ma addirittura una citazione fatta dall’allora Cardinale.

L’onesta intellettuale (che probabilmente non appartiene a chi ha sottoscritto il documento mandato al Magnifico Rettore dell’università romana) vorrebbe che, dopo aver letto la citazione, si andasse a riprendere quel discorso del 1990 per capire quando, come e perchè Ratzinger avesse citato quella frase.
E poi, solo in quel momento, trarre le dovute conclusioni.

Sul blog di Raffaella trovate il passaggio incriminato. Mi spiace che il blog sia "di parte" … ma non ho ancora trovato nessun blog che, pur "avendocela" con il Papa, riporti tale testo. Se qualcuno ha notizie al riguardo, cambio volentieri il link per dare voce anche a chi la pensa in modo diverso.

Notate l’ultima parte del discorso, riferita alla citazione appena sopra:

Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica

Notate i termini in grassetto: è evidente come Ratzinger prenda nettamente le distanze dal passo da lui citato (e che qualcuno spieghi a questi illuminati professori di fisica che le citazioni non sono sempre fatte condividendo ciò che si cita).

Sembra Ratisbona 2, la vendetta.
Non so quanto ci sia di voluto in questa storia, fatto sta che i 67 o quanti professori che hanno presentato questa lettera hanno fatto, a parere della sottoscritta, una figura a dir poco pessima.
Di credibilità, anche. Perchè da chi impugna il cosidetto "metodo scientifico", certe uscite come questa non ce le si aspetterebbe.

Poi, santa pazienza. Liberi di credere che quello che dice il Papa siano cretinate, liberi di credere quello che si vuole. Nessuno vuole imporre nulla. Ognuno secondo la sua coscienza. Però ecco, ritorniamo lì: il rispetto. Da entrambe le parti, ovviamente, perchè tante volte c’è il rischio di cadere in "integralismo" (passatemi il termine) opposto.
Hanno invitato il Papa all’inaugurazione dell’Università "La Sapienza" di Roma (fondata tra l’altro, da un Papa)? Bene. Ascoltiamo cosa dice e poi dopo possiamo discutere. Nel rispetto pieno delle proprie opinioni personali, che nessuno vuole cambiare. Ma non mistifichiamo la realtà.

Capite bene che quando si parte da questo presupposto di pregiudizio … è ben difficile attuare un dialogo. Perchè, come mi è parso di imparare in questi anni, dialogo vuol dire spogliarsi (non cancellare o disconoscere, attenzione!) delle proprie idee per accogliere quelle dell’altro. Che possiamo condividere o meno. Nel rispetto delle diversità, senza però perdere o nascondere la propria identità.
Ma prima di tutto in un dialogo è necessario l’ascolto libero da pregiudizi, da entrambe le parti.

E via con questa storia della Chiesa vs. Galileo.
Giovanni Paolo II, che forse aveva solo un modo più "comunicativo" di dire le cose, che però sono le stesse che ripete Papa Benedetto, ha chiesto scusa una volta per tutte. Non facciamo finta di niente.

Ieri ho sentito parlare uno psicologo molto in gamba. Ad un certo punto ha fatto una parentesi sulla fede.
Diceva questo:

La fede è la luce della ragione.

Mi ritrovo, per esperienza, nelle sue parole.

E a chi tirerà fuori la questione della "laicità" dello Stato, ragionevolmente, mi spieghi la differenza se all’università interviene il Dalai Lama (a cui viene data anche una laurea honoris causa) o il Papa. Perchè non trovo la differenza.

My 2 cents.

7 thoughts on “Ratisbona 2, la vendetta!

  1. …certo che si può citare! 😉

    Queste sono proprio “stranezze” e temo non solo “italiane”…ma è sempre un’Occasione: di pregare per queste persone e soprattutto per Papino! =)

    Un abbraccio…

    Mari

    ps. il silenzio stampa continua, ma tra un po’ tornerò anch’io a vedere la luce del sole…sorry me! =(

  2. Brava!

    Se mi permetti, aggiungo un commento. Quello che sta avvenendo ora è un atto di censura, un atto prepotente e soprattutto non laico. So che molti resterebbero scandalizzati nel leggere questo, ma si tratta della pura verità: un vero laico è sempre pluralista (chi vuole riscontri dotti, vada a leggersi la voce corrispondente nel “Dizionario di Filosofia” di Nicola Abbagnano). Chi è così ferocemente anticlericale non è laico ma è, come giustamente scrive Abbagnano, un “clericale rovesciato”, cioè è un integralista esattamente quanto un integralista religioso.

    Il vero laico, invece, non vuole far tacere nessuna voce e non è un fanatico.

    Se poi anche il Papa tenesse una lezione magistrale non vi sarebbe nulla di male. Sarebbe una lezione come tante altre, i cui contenuti possono essere condivisi o meno.

    L’università è un luogo di cultura e dovrebbe anche essere, almeno in teoria, un luogo di libertà. Pertanto il Papa, che oltretutto è stato un docente universitario, avrebbe tutto il diritto di fare una lezione proprio come fanno molte altre persone assai meno preparate di lui, e la cui ignoranza spesso rovina le menti dei giovani.

    Nelle nostre università vengono chiamati a far lezione persino guitti dello spettacolo, che non hanno nulla da insegnare a nessuno. Ci manca poco e ci propinano Pippo Baudo a far lezione di filosofia morale (non ridere, può capitare!). Non si capisce quindi perché Ratzinger, uomo colto e professore a sua volta, non possa fare altrettanto. Nessuno è poi obbligato ad abbracciare le sue tesi. Si può ascoltare e dissentire. Siamo forse obbligati tutti a diventare cattolici o credenti se il Papa fa una lezione all’università? Secondo me, qui a molti ha dato di volta il cervello. Sai quante lezioni ho ascoltato io senza essere d’accordo con i loro contenuti? Beh, sono ancora viva e vegeta, e non mi sono mai stracciata le vesti. Il pluralismo è la prima garanzia di libertà.

    All’università ho studiato Filosofia, e posso assicurare, da LAICA, che la lezione di Ratisbona era molto interessante sotto il profilo culturale, e non certo una “cretinata”. Si può anche non avere fede, ma ciò non significa dover per forza disprezzare l’intelletto altrui, solo perché tale intelletto appartiene a un membro del clero.

    Pensa che io sono cultrice di David Hume, filosofo empirista e illuminista, “ateo”, che fece a pezzi le religioni con argomenti razionali di notevole spessore scientifico: è un filosofo che adoro.

    Eppure non provo alcun fastidio per una lezione del Papa, non mi faccio venire i sudori freddi. Il confronto mi stimola e mi arricchisce, soprattutto quando è possibile farlo con persone intelligenti.

    Ma tutto ciò è assai difficile da comprendere per i fanatici anticlericali, bigotti e ottusi.

    Mi scuso per la lunghezza del commento, ma l’argomento la richiedeva.

    Ciao!

    Romina

  3. utente anonimo says:

    Ho saputo ora che la visita alla Sapienza è stata annullata. Che bella figura! Da veri scienziati, liberi, intelligenti, dotati di senso critico.

    Con certi docenti gli studenti arrivano poco lontano!

    Romina

  4. @SergioYYY: io cercherei di evitare, quanto più si riesce, di immischiare in questa questione anche la politica, anche da parte dei politici stessi.

    Tanto poi so che non si riuscirà (vedi già le reazioni sulla rinuncia della visita), ma sarebbe già un buon punto di partenza. Ma so che è persa in partenza, come speranza, purtroppo.

  5. complimenti per il post

    se ti puo’ consolare al Dalai lama è andata anche peggio.. nessun politico ha avuto il coraggio di riceverlo per paura delle ripercussioni economiche della Cina..

    che mondo.

    nelli

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