Ieri erano 10, oggi sono 9, domani saranno 8, poi 7 ….. Uno così, l'altro cosà, gli altri colà. Passano.
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Ieri erano 10, oggi sono 9, domani saranno 8, poi 7 ….. Uno così, l'altro cosà, gli altri colà. Passano.
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E' tutto il pomeriggio che sopra la nostra testa continuano a girare molto bassi elicotteri e canader, sintomo inequivocabile di un incendio in corso.
Seguite questa sequenza di passi:
1) ho aperto Google Reader e controllato il feed del sito Castellinews.it a cui mi sono iscritta per avere notizie del territorio in cui sto vivendo in questo periodo: c'era una news dal titolo: "Rogo a Castel Gandolfo: all'opera la Protezione civile". Eccolo, è lui!
2) condivido tramite l'apposito bottone la notizia su Facebook e incominciano i commenti da parte di chi a Castel Gandolfo, come normalmente anche la sottoscritta, passa almeno una volta l'anno
3) nell'articolo è indicata la via: apro Google Maps per controllare la distanza dal luogo dell'incendio dal posto che solitamente frequentiamo a Castel Gandolfo.
Incomincio a ragionare sui passi che ho fatto e penso: o_O
Bisogna proprio dirlo: un incendio al tempo del web2.0!
In inverno: voglio l'estate e il caldo.
In estate: voglio l'inverno e un po' di fresco.
La soluzione? Beh, accontentarsi, ovvio. Ma certo chi non ha mai vissuto in questo paradosso stagionale?
Le persone più felici
non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono
il meglio da ciò che hanno.
La vita non é una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia.
( K.Gibran )
Le parole cucite su di me.
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Vivi pienamente la tua vita ogni singolo giorno. Fai esperienze, gioisci, sogna!
Abbi cura di te e dei tuoi amici. Divertiti, fai il pazzo, non aver paura di essere considerato strano. Esci, viaggia, impara! Vai dove desideri e godi ogni singolo istante, ogni singolo passo. Cogli l’opportunità di imparare dai tuoi errori, non essere così cocciuto da credere che non li farai. Immagina la vita come tu la vuoi e costruiscila un mattoncino al giorno, te la meriti!
Non cercare di essere sempre perfetto, perchè ti do una buona notizia, nessuno lo è. Sii semplicemente un buon esempio per chi ti sta intorno.
Ama le cose che fai e sii felice. (Stephen Littleword, La tecnologia dell’ovvio)
“Un bambino a cui non raccontano le favole tutte le sere non ci perde molto, perché lui poi ha i fumetti, la televisione, le altre favole…
Chi ci perde davvero semmai sono i genitori che non hanno questo momento di dialogo importante che passa attraverso la fiaba.
Questo è un modo di parlare del mondo. E’ un modo di entrare nella realtà, anziché dalla porta, dal tetto, dal camino, dalla finestra.
Cioè il linguaggio dei bambini è fatto di immaginazione e di pensiero logico: è un insieme di tutto questo.
I genitori che se lo perdono, si perdono tutto questo!
I bambini trovano sempre il modo di usare la loro immaginazione.”
[Gianni Rodari, intervista 1975]
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Una normalissima spulciata quotidiana ai feed (canali di notizie, per chi non dovesse capire la parola) a cui sono iscritta… e cosa trovo? Il documento con le informazioni per l'iscrizione alla laurea magistrale in Informatica.
Sbeeeng, mi si è risvegliata la lampadina. Eh sì, perché tra poco finirò il mio periodo di "volontario" in quel dei Castelli Romani e mi rimetterò nel vortice della vita in quel del torinese.
Tutto bene se non fosse che questo vorrà dire rimettersi davanti ad un bivio momentaneamente accantonato ad ottobre: cosa fare in un futuro che è quasi ormai adesso?
Le possibili combinazioni sono forse troppe: lavorare full time, studiare e lavorare, studiare e lavoricchiare, studiare. E se studiare: cosa, dove?
A giugno, quando sono rimpatriata momentaneamente per la votazione del referendum avevo pensato che da buona informatica avrei potuto risolvere tutto con un "semplice" flow-chart. Peccato che già dopo due giorni mi ero ritrovata a ritornare al passo di partenza senza la sicurezza di sapere come rispondere alla prima domanda.
Le idee sono le più varie, i campi, gli ambiti pure…insomma, dovrò trovare il modo di modellare un bel flowchart che mi aiuti ad entrare nella testa dove in questo momento regna il caos.
Ma ho pure la certezza che non è forse questo il momento preciso per dover sciogliere la matassa. Serve prima un po' di riposo per poter guardare al futuro senza la "pesantezza" che in un qualche modo sento di avere addosso in questo momento e che mi porta forse un po' a non sapere che cosa effettivamente io voglia o mi faccia vedere le cose troppo rigide, o tutte nere o tutte bianche. Le vie di mezzo di sicuro esistono e devo solo aiutarle ad uscire.
E così sono sicura che la matassa diventerà presto un bel filo con cui tessere un pezzetto della mia vita.
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Devi accorciare un link per condividerlo su Twitter? O per non mandare in giro agli amici link chilometrici e con sequenze alfanumeriche troppo originali?
Ho scoperto in questi giorni un nuovo servizio che accorcia link molto originale ma soprattutto molto utile: http://virou.gr/home
Qual è la caratteristica che rende Virou.Grama degno di essere utilizzato? Semplice: pare sia un'iniziativa di Carrefour Brasile: per ogni URL abbreviato, per ogni carattere è diminuito con Virou.gr, Carrefour donerà 1 grammo (0,03 once) di cibo per il progetto brasiliano caritatevole Brazilian Red Cross.
Merita di essere condiviso. Passaparola!
Oggi "trasferta" in Umbria per un brainstorming con l'azienda che curerà il sito del Genfest.
Per pranzo siamo stati in un negozio di pizza al taglio vicino a Santa Maria degli Angeli e i ricordi sono corsi a qualche anno fa, quando insieme ad un nutrito gruppo di amiche eravamo state da quelle parti. Come un flash mi è tornata alla mente in modo particolare una serata in cui, dopo una lunga passeggiata da Assisi a lì, ci eravamo fermate a mangiare la pizza sulle scalinate della basilica. Cose che a pensarci fanno venire un sorriso!
Non è sospetto quanto mi piaccia questa terra, i suoi colori, la sua "tranquillità" (un po' meno il caldo afoso).
Ma la cosa che più mi ha colpito oggi è stata vedere ogni volta che giravo la testa, soprattutto lungo l'autostrada da e per Roma, ma anche tra i paesi, distese immense di girasoli.
Forse era un messaggio neanche così tanto "in codice".
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Sabato mattina. Dopo una settimana di lavoro uno avrebbe voglia di dormire, di prendersi le cose tranquillamente. Eppure prepari una bottiglietta d'acqua, un cappellino e ti metti in marcia verso quel paesino vicino dove sai che troverai altre "braccia" per allestire un palco nella piazza principale per lo spettacolo per la sera. Arrivare, trovare una ventina di "vecchie amiche", chi più conosciuta che mi vede apparire in ogni dove (Torino, Trento, Latina tanto per citare alcuni luoghi), chi è appena entrata nel gruppo ma con qui sembra di conoscersi da una vita lo stesso. Miracoli che possono succedere.
Allora si arriva, e si comincia a lavorare. Si scaricano i camion e poi ci si mette a disposizione per qualsiasi cosa ci sia da fare: tenere in piedi le quinte, montare il fondale, costruire e rivestire la struttura della batteria … non è raro cominciare una cosa e trovarsi trenta secondi più tardi a farne completamente un'altra. Ma è questo il bello di questo lavoro!
Sabato sera. E poi si torna alla sera per lo spettacolo, e guardando quel palco non si può non farlo con un pizzico di soffisfazione, sapendo che lì sopra c'è anche un po' "del tuo".E poi tante canzoni e coreografie, in realtà nulla di così "nuovo" ma tutto estremamente curato e molto molto bello. Ma l'unica cosa nuova, in effetti, è quella che riesce a spiazzarti di più. Senti qualcuna che racconta un po' della sua esperienza e per certi versi anche se in dinamiche completamente diverse ti senti un po' raccontato, espresso. "Ribelle". Ti devi mettere davanti ad uno specchio e questo esame di coscienza è come una bomba che rischia di esploderti dentro se non avessi idea di come "contenerne" gli effetti. Senti di dover dare una svolta, una delle tante di questo ultimo periodo, ad onore di cronaca. Senti quelle canzoni che avevano un volto e adesso ne hanno un altro…e non solo perché la faccia e la voce di alcune canzoni non coincidono come una volta. Ma perché ascolti canzoni che fanno parte della tua playlist da tempo ma le senti come se fosse la prima volta. E così tutto d'un tratto pensi che sì, in fondo per la mattina dopo avresti anche un bel programma ai Musei Vaticani…ma chissà se forse non vale di più la pena fermarsi dopo lo spettacolo per aiutare anche a smontare e pazienza i musei vaticani? Qualcuno certo potrebbe storcere il naso, ma non mi è sembra per niente una brutta idea.
Sabato notte. Ti trovi ad aiutare a smontare e ti sembra che tanti cerchi si chiudano. Poi devi cercare la fodera dei tom e perdi venti minuti cercando nella cassa sbagliata. Fa parte del gioco anche questo, anche se era proprio l'ultima cosa che avresti voluto fare, non trovare la fodera dei tom della batteria! E incominci a sentire l'orgoglio che un po' ferito nonostante tutto si rimette in pace. Aiutare a smontare è anche questo o cercare tra le mille casse che si sono richiuse quella "con il bordo blu" e faticare non poco spingendo quelle casse con le ruote sui fastidiosi – per questo genere di manovre – sanpietrini della piazza.
Domenica mattina. Ti svegli tardi, la testa ancora un po' assonnata, ma niente può cancellare dal cuore la felicità di questa giornata passata con il Gen Verde. Tutte le volte è una sorpresa, perché sì, alla fine di tutto, forse non è nemmeno lo spettacolo in sé che piace, ma questo rapporto che si costruisce gomito a gomito svuotando camion o montando fondali sulle americane, vedere artiste così tanto polivalenti non solo sul palco, ma anche in tutto quello che è necessario per mettere su uno spettacolo.
E' un consiglio: se per caso passano dalle vostre parti (così anche come con il Genrosso,eh), considerate l'idea non solo di andarle a sentire – perché meritano – ma di provare anche questa esperienza: non essere solo spettatori vale doppio.
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