Come dice il cuore

FioriL’altro giorno stavo andando a prendere il tram quando…mi è passato sotto il naso.
Per non ‘aspettare passivamente’, per una volta senza fermarmi una vita a pensare ‘faccio-questo o faccio-quello’ cercando di centellinare pro e contro di una o dell’altra soluzione, ho deciso di andare alla fermata successiva a piedi. Faccio 50m e mi imbatto in due persone che non vedevo da una vita.
Due chiacchiere e nulla in più. Ma quel pensiero: “se non mi fossi incamminata non le avrei incontrate“. Ma forse se fossi rimasta alla fermata sarebbe successo dell’altro, chi lo sa. Ho fatto quello e ne sono stata contenta.

Un piccolo episodio ad esempio di tanti altri che mi sono successi e succedono.

Ogni volta cerco di impararne la lezione, che però mi devo sempre riconquistare, perché mai riesco ad imparare davvero: fare le cose come le suggerisce il cuore, senza perdere la mia vita a decidere tra due bivi calcolandone al millimetro vantaggi e svantaggi, alimentando il giubilo di chi ci vuole ‘fermi’, a cui il nostro muoverci spaventa.

Che poi è una cosa che mi sto conquistando, con tanta fatica, nelle piccole cose. Perché per poterlo fare ci deve essere un canale privilegiato da percorrere, da tenere libero, da cui togliere la polvere quando ci si poggia sopra. Ogni granello lo appesantisce, lo rende meno chiaro, si rischia di fraintendere.

Che valga sempre, così che sia un cercare di sciogliere nodi, invece che farne degli altri.

Oltre il velo nel cuore del Pakistan. Un invito al dialogo che va oltre

Copertina di Oltre il velo nel cuore del Pakistan

Oltre il velo nel cuore del Pakistan – la copertina

Allacciate le cinture, si parte: destinazione Pakistan!

Quello che Daniela Bignone propone nel suo libro “Oltre il velo nel cuore del Pakistan” (Città Nuova Editrice, 9 euro) è un viaggio da “mille e una notte” nel cuore del Pakistan: a volte un po’ spericolato, ma al tempo stesso affascinante e delicato, alla scoperta di una terra che l’ha accolta per lunghi 23 anni. Un viaggio vissuto sulla propria pelle, in prima persona. Donna, occidentale, cristiana: ecco gli ingredienti più paradossali con cui si è presentata nella sua “avventura” e con cui ora la racconta, ce la dipinge attraverso i suoi occhi. Per dare voce ad un popolo, per farci entrare nel profondo di una terra che conosciamo, spesso, dalla sola angolazione che ci viene presentata dai media (quelle poche volte che ‘fa notizia’, a dire il vero). Non solo per dirci c’è un altro Pakistan, che ha vissuto ed è diventato parte di lei. Ma come invito ad un dialogo che va oltre e sa scoprire la ricchezza della diversità.

Ecco una piccola “recensione”, se così la si può chiamare!

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