La loro partita

Ore di attesa. Attesa spasmodica per un evento che in pochi in Italia avevamo previsto (alzi la mano chi lo aveva previsto).

Ed invece eccoci. A giocarci la finale della Coppa del Mondo contro la Francia, nostra tradizionale bestia nera. Sei anni fa, in quel dell’Olanda, perdemmo ai supplementari. Ed è simpatico pensare che a questo appuntamento ci ha portato anche Alex (Del Piero) con un goal molto simile a quello sbagliato in quella partita. Scherzi del destino calcistico.

In quell’occasione la Francia giocava in blu, noi in bianco. Questa volta si giocherà a colori invertiti. Che anche il risultato lo sarà?

Noi aspettiamo ancora il miglior Totti, che da voci di corridoio dicono intenzionato a lasciare la Nazionale dopo questa partita, qualunque sia il risultato. Serata di addii, quindi. Di Lippi si sa.

Dall’altra parte a lasciare sicuramente sono l’immenso Zidane, – che se io fossi un dirigente Juve, lo ripeto, gli chiederei di rimanere un altro anno per aiutare la Juve a risalire la china – Thuram e Barthez.

Sarà la loro finale, comunque vada. Loro che, uno da una parte e l’altro dall’altra, nel caso dovesse andare male sarebbero i più scontenti. Loro che non sono Zidane e Totti, Viera o Del Piero. Loro sono Inzaghi e Trezeguet, finiti ai margini delle rispettive nazionali. A dire il vero, il Pippo italiano la sua occasione l’ha avuta. E con un pizzico di fortuna (l’immagine della manona di Cech che si avvicina al pallone quanto sarebbe bastato per toglierlo dai piedi di Inzaghi è ancora viva) è riuscito a fruttarla in modo positivo. Se non altro il suo nome rimarrà nella classifica marcatori di questo Mondiale. Il Trezegol francese, invece, non ha avuto neanche questa gioia. Ma nonostante l’attimo di gloria, anche il Pippo nazionale, come il rivale francese, ha imparato, suo malgrado a conoscere bene le panchine degli stadi tedeschi. E stassera si ritroveranno di fronte per una partita diversa. Tutti e due con le pettorine colorate a corricchiare per il bordo campo sperando di entrare. Tutti e due costretti ad assistere all’ultimo atto da semplici spettatori non paganti.

Sarebbe bello vivere questa partita in un paesino di montagna qui del Piemonte al confine con la Francia con una TV che va avanti solo grazie ad una vecchia antenna. Dove da sempre l’italiano e il francese si mescolano, dove da sempre due popoli vivono uno insieme all’altro. Dove quando ti saluti, nonostante tu sia in territorio italiano, tutti salutano in francese. Ed esultare e gioire, piangere e rammaricarsi insieme. Anche questo è una finale mondiale.

Alè Italia!

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