Una scelta controcorrente

Avrei voluto inizialmente scrivere un post simile ad un commento letto su Corriere.it: Un colpevole,riconosciuto tale,viene condannato.Mi verrebe da chiedermi:"dov'è la notizia"?? La notizia è che SIAMO IN ITALIA e notizie di questo genere non sono la NORMALITA', sono la RARITA'.Per cui si spiega come un giornale chieda ai propri lettori di commentare il fatto.Per cui non esprimo ne' soddisfazione ne' rincrescimento…faccio finta di essere in un Paese normale e mi chiedo :" Dov'è la notizia"???

Ma poi mi veniva da fare una riflessione che mettesse prima di tutto in luce un po' di positivo e qualche speranza, dopo tanti giorni passati dalla sottoscritta con lo stomaco in rivolta e il sangue a bollire nelle vene per quanto leggo dalle cronache sul signor Berlusconi – chiamarlo in altro modo non ci riesco più.

Io penso che, di questi tempi in Italia, dove qualcuno pensa di essere più bello degli altri e di non farsi giudicare per i suoi reati, che con i soldi si possa comprare tutto, la dignità di una donna, il piacere di una serata, l'onesta di un funzionario, il gesto di Cuffaro, condannato in via definitiva a 7 anni di carcere, che si è costituito spontaneamente in carcere dopo la sentenza, sia tutto grasso che cola. Sia una scelta, mi si passi il termine, controcorrente e che faccia respirare, almeno per un attimo, un'aria "positiva" e di speranza che tutto non sia da buttare.

Per carità, certo che il favoreggiamento alla mafia è una cosa grave, da condannare e giustamente da punire. E infatti Cuffaro – si spera – sconterà la sua pena. Certo poteva dire ho sbagliato e chiedo scusa a tutti.

Ma per lo meno emerge una "lezione" di dignità e di correttezza istituzionale che altra gente, per il momento soltanto chiamata a spiegare i suoi comportamenti e su cui quindi pende, in via del tutto teorica, il beneficio di innocenza di cui tutti in partenza dovremmo godere, si sogna.

Si può sbagliare, è giusto pagare per i propri sbagli, ma penso che bisogna mettere in rilievo atteggiamenti come quello di Cuffaro, che in questo marasma in cui viviamo, è, paradossalmente – capitemi – una bella boccata d'ossigeno e che fanno bene all'Italia.

Adesso affronterò la pena come è giusto che sia, questo è un insegnamento che lascio come esempio ai miei figli», ha detto Cuffaro prima di infilarsi in auto e raggiungere il carcere romano di Rebibbia, in cui è entrato nel primo pomeriggio. «Sono stato un uomo delle istituzioni – ha detto – e ho un grande rispetto della magistratura che è una istituzione, quindi la rispetto anche in questo momento di prova. Questa prova che certamente non è facile, ha rafforzato in me la fiducia nella giustizia e soprattutto ha rafforzato la mia fede

Parole che dovrebbero essere normali in un paese democratico come l'Italia. Ma visto che non lo sono, gustiamocele bene. E che qualcuno le stampi e le mandi a Berlusconi.

6 thoughts on “Una scelta controcorrente

  1. utente anonimo says:

    Alcuni hanno espresso ammirazione per "la scelta di Cuffaro", forse dimenticandosi delle altre "scelte" da lui effettuate in passato e che lo hanno condotto a questo punto. Il fatto è che non si tratta di scelte personali, ma che hanno coinvolto molte persone in Sicilia con le loro conseguenze – e di fronte a questo una scelta "personale" come quella di costituirsi è senz'altro lodevole ma non meritevole, imho, del titolo principale riguardo alla vicenda.

  2. Come ho ribadito anche nel post, le scelte passate di cui parli tu sono certamente da condannare, non ci si può girare intorno, e non voglio in nessun modo giustificare il comportamento disonesto di Cuffaro. Ed è per questo che è in carcere e sconterà la sua pena. Ma io guardo alla scelta che ha fatto oggi, contestualizzandola nel panorama desolante a cui assistiamo: converrai che è una scelta che gli fa onore e lo pone in netta contraddizione con il modus vivendi della nostra società. Questo non toglie il suo sbaglio, per cui la giustizia ha fatto il suo corso e per cui lui pagherà. Ma forse bisognerebbe imparare a distinguere tra il peccato e il peccatore. Stare a richiamare il passato, legarsi le cose al dito mi sembra un modo poco positivo e poco costruttivo – o vogliamo sempre distruggere tutto, anche quel briciolo di positivo che c'è nelle cose? – di affrontare la questione – tolto che poi, come dicevo anche nel post e come ribadisce un bell'editoriale stamattina su La Stampa, fa un po' d'amarezza pensare che in Italia una cosa del genere debba far notizia

  3. Neanch'io concordo tanto con quanto dici. Ricordati che è pur sempre un politico e come tale è bravissimo, in qualsiasi momento, a portar acqua al suo mulino. Così adesso ci son proseliti di persone che penseranno che Cuffaro è un brav'uomo che – come vedete – si sta costituendo mentre la realtà è solo una: ha rigettato il primo appello, ha tentato col secondo ma lì gli è andata ancora peggio e adesso ha solo questa carta da giocare. Da bravo mafioso si trasforma in pecorella attaccata e tutti lo acclamano.
    C'è gente che per le sue scelte e strade politiche ha pagato e paga conseguenze altissime, non sarà sicuramente la sua scelta di non aspettare i carabinieri entrare a casa sua a farmi pensare che sia un brav'uomo.
    Tutto è studiato, anche in questi casi, ahimé.
    Ciao,
    <strong>Emanuele</strong>

  4. Aspettavo il tuo commento Emanuele! Io concordo con tutto quello che dici. Nel senso che mi rendo conto che non si sta parlando di un santo e che anche questa azione può avere un suo disegno politico.
    E sono d'accordo che, in una situazione "normale", gente come lui dovrebbe finire nel dimenticatoio e sarebbe invece giusto evidenziare e protegerre quella gente che per le sue scelte e strade politiche ha pagato e paga conseguenze altissime, come dici tu. Sono la prima a pensarlo.
    Ma visto che non siamo in una situazione normale, con il mio post volevo semplicemente mettere in rilievo un comportamento che a mio modo di vedere, soprattutto alla luce dell'attuale situazione della politica, dove qualcuno si arroca il diritto di non rispondere alle accuse che gli vengono mosse, è per lo meno "dignitoso". Voglio dire, si poteva fare un discorso del tipo "Beh, se lo fa Berlusconi, perché non posso comportarmi anche io così, dire che i giudici ce l'hanno come etc"?  La mia era la ricerca, in questi giorni in cui come cittadina mi sento impotente di fronte allo stupro che si sta facendo della MIA Italia, di u n appiglio, se pur flebile e abbastanza "monco", di intravedere una luce dentro ad un tunnel che sembra sempre più buio. E mi sembrava che questo gesto, costruito artificiosamente o meno, fosse una piccola, piccola, piccolissima scintilla in mezzo al buio. Tutto qua. Non posso entrare nel merito delle questioni perché non le conosco a fondo e non era mia intenzione farlo passare per pecorella attaccata da acclamare perché ripeto, il reato per cui è condannato è un reato grave e per cui deve pagare.

  5. Daniela, secondo me c'è poco di scintillante. Ormai sapeva che sarebbe finito dentro ed ha – semplicemente – preferito che i carabinieri non sfondassero la porta… scelta molto "politica" che hanno intrapreso anche alcuni mafiosi (leggasi "non opporre resistenza").
    Totò Cuffaro era noto in Sicilia, nei suoi primi anni di ascesa come "lo zio vasa vasa" (lo zio "bacia bacia") perché trattava chiunque come amicone. Atteggiamento molto mafioso il suo… non disdegnava nessuno, neanche chi palesemente facesse parte della malavita. Si è costruito una carriera in questo modo… forse lo conosci poco e quindi hai immaginato fosse una scelta dignitosa la sua ma è semplicemente frutto di un atteggiamento volto sempre a portare acqua al proprio mulino. Nient'altro.
    Ah, ti invito a leggere anche quest'altra riflessione: http://www.enrico-sola.com/2011/01/un-popolo-esigente/
    Ciao,
    Emanuele

  6. Sai Emanuele, è difficile perché sono contemporaneamente d'accordo con te e anche con quanto dice Enrico nel post che mi hai linkato, ma dall'altra parte continuo a voler vedere in questo fatto con un punta di "ottimismo". Perché sento che se non incominciamo da questi piccoli, piccolissimi segnali ma vogliamo subito "tutto", non ci accontenteremo mai.  Gramellini stamattina su La Stampa spiega in modo molto migliore di quanto sia riuscita io quello che volevo dire, che va al di là del fatto in sè, questo vorrei che fosse chiaro. Era solo una "scusa" per fare un discorso più ampio.
    Poi davvero, mi ritrovo molto su un punto del post di Enrico, quando dice: "Sarebbe stato onorevole se, andando in galera, si fosse pentito, se avesse detto “ho sbagliato, sono un uomo schifoso, scusatemi, scegliete la civiltà e non la mafia, come ho fatto io”, “mi vergogno di aver gridato improperi e minacce contro Falcone in una vecchia puntata del Maurizio Costanzo Show” ". Lo penso anche io.
    Ma, ripeto, senza entrare nel merito della vicenda in sè di Cuffaro, che non era e non è mia intenzione fare, mi sembra importante incominciare a vedere già un primo passo, un politico italiano accetta il verdetto della giustizia. Certo, fa orrore pensare di doversi accontentare di questo, ma nell'Italia in cui viviamo mi sembra che non possiamo volere tutto e subito. La "ricostruzione" è fatta di tanti mattoncini. Oggi è 1/100. Ma dobbiamo essere "costruttivi" per poter pensare che qualcosa può cambiare, che domani sarà 2/100, poi 3/100 etc. Certo, non possiamo accontentarci che sia solo questo, dobbiamo e possiamo pretendere di più. Ma se non cominciamo dalle piccole cose, imho, resteremo per sempre fermi ad aspettare una rivoluzione istantanea che mai ci sarà.
    Questo è ovviamente il mio pensiero. Ciao!

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