Che sia il momento propizio?

In questi giorni si fa un gran parlare di Facebook e privacy, sembra che tutto d'un tratto gli utenti del famossissimo social network si siano accorti del pericolo per la loro privacy che deriva dall'uso, spesso inconsapevolmente errato, che si fa di Facebook.

La Stampa titola "A.A.A cercasi alternativa a Facebook". Appena l'ho letto ho pensato:  Non e' difficile: basta spegnere il computer e riprendere i contatti umani con il nostro vicino di banco, di scrivania, con il nostro vicino. Quei rapporti fatti di gesti, parole, sguardi, abbracci, sorrisi, lacrime, pacche sulle spalle … rapporti fatti di persone vere, in carne ed ossa.  Che l'alternativa a Facebook sia sotto i nostri occhi? Apriamoli! Il momento e' propizio: ci siamo fatti portare in reti di rapporti che di sociale hanno poco: siamo ancora in tempo per tornare indietro!

ps, senza impegno, ma mi piacerebbe approfondire un po' l'argomento perche' merita.

Viva viva i blog!

Sto riscoprendo la voglia e l’affetto verso questa mia discarica virtuale. Ok, il tempo non è tantissimo, ma non è neanche che bisogna scrivere i trattati sui massimi sistemi e nessuno mi corre dietro. Scrivo quando ho voglia, tempo, qualcosa da scrivere. Scrivo quando posso comunicare davvero qualcosa, quando mettendomi nei panni di chi apre queste pagina spero possa trovare qualcosa di utile. Scrivo quando posso dare.

Stasera mi rendevo conto di come Facebook non riesca a sostituire per neanche una virgola la bellezza di aprire questo editor, incominciare a pensare, incominciare a scrivere.

Non poi che passi il mio tempo su Facebook, di questi tempi sotto esame poi mi sto imponendo di aprirlo il meno possibile, magari alla sera quando proprio non studio più, per dare un’occhiata, magari scrivere qualcosa ma niente di più. Ma certo che sono (quasi) tutti lì, su Facebook. E quindi è ovvio che venga naturale usarlo come valvola dei miei pensieri.

Ma appunto, pensandoci bene, il mio blog rimane come qualcosa di insostituibile. E pur se paradossalmente è più accessibile a tanti, mi sembra come parlare nel salotto di casa mia, mi sento più a mio agio. E pazienza, non potete farmi il pollice sù per dire "Mi piace", non potete vedere le mie foto (che non si trovano nemmeno su Facebook comunque): ma potete "vedere" me, potete scoprire come ero quattro anni fa, potete scoprire come ero un anno fa, potete scoprire come ero ieri. E non vi sentite venire su quel certo senso di morbosità nel farlo. Provate a farlo su Facebook. Tutto inghiottito nella grande bocca della balena blu. E poi vai a recuperarlo.

Non so come spiegarlo, ma qui sul blog è diverso. E’ più bello. E’ "mio". Fosse anche solo una foto, una citazione.

Anche su Facebook sono io, nella mia vita cerco di non avere delle maschere pronte all’uso, casa, università, amici, Movimento dei Focolari, Facebook, blog … no, sono sempre io. Con i miei quindicimila difetti e pochi pregi, ma sono sempre io. Cambia chi mi sta attorno, cambia l’ambiente. Facebook mi sembra una grande cappa, mi soffoca.

Il blog invece è un foglio di carta scarabocchiato, magari anche appallottolato. E’ come una serie di quei promemoria gialli, a volte ne servono di più, a volte ci appiccico sopra solo una foto. E poi metto tutto in un cassetto, perché domani potrebbe venirmi voglia di andare a riguardarli. Magari riscoprirò cose che mi avevano già fatto del bene.

E poi mi fa un enorme piacere sapere che qualcuno durante la sua giornata ha digitato l’indirizzo del mio blog, si è ricordato di me, ha "cercato" me. Certo, il contatto è sempre tramite freddi bit, ma ho l’impressione che per l’approccio quelli dei blog siano un po’ più … tiepidi?

Nei blog c’è ancora una "reciprocità" che su Facebook non è mai esistita e forse non potrà mai esistere. Anche qui siamo "uno" a molti, tanti di quelli che passano da queste pagine nemmeno li conosco.

Qualche tempo fa mi è arrivata per mail questo da una lettrice del mio blog (posso Anna, vero? ;-)) con cui spesso si è discorso di questi argomenti:

Ormai se una cosa non viene scritta su facebook non esiste, e se non sei su facebook non esisti neanche tu. Luoghi di vacanza, nascite, matrimoni, battesimi, relazioni sentimentali sono solo "on face". Tutte queste notizie non vengono più comunicate di persona ma scritte in uno stato, inserite in un album, e poi, si taggano gli amici, un bel risparmio di tempo, di soldi, di relazioni..

Anna ha detto no! (non al colesterolo ma a facebook!)

Io nel mio piccolo non ho chiuso Facebook, ma l’ho riportato ad una dimensione più consona. E sto cercando tanti trucchetti per sfruttarlo in modo positivo. Spero di avere il tempo di mettere giù qualche riga perché questa "ricerca" possa essere utile a tanti per riscoprire come me la bellezza di fermarsi davanti ad una pagina vuota e scrivere. La bellezza di prendere un foglio di carta e scarabocchiarci sopra. Di riscoprire le persone accanto a me. Ri-imparare a chiedere "come stai?", imparare a non scrivere tutto quello che mi passa per la testa. Riscoprire di spegnere di più le relazioni "in the facebook" e rintizzare le relazioni "to face". Facebook può mica sostituire un abbraccio! Riscoprire che l’  "amicizia" è una cosa seria e che non si può "collezionare".

Che non troppo in fondo: "w i blog! lunga vita ai blog! ".

[Photo credit]

Mi auto-publicizzo

Mi perdonerete se faccio un po’ di sana "auto-promozione".

Da lunedì è incominciata, sul sito di Web4Unity, la pubblicazione a puntate di una mia "mini-guida", revisione di ciò che scrissi, sempre per Web4Unity nel lontano 2004, sull’uso della posta elettronica e su certi "comportamenti" da tenere in Rete.

Le pubblicazioni saranno, nel limite del possibile, settimanali.
Cliccando sul bottone qui sotto potete accedere all’indice principale delle mini-guide.

Ovviamente sono ben accetti qualsiasi tipo di commenti, anche negativi. Qui o sul sito di Web4Unity.

ZenaCamp

Oggi Ricir e Chico sono stati allo ZenaCamp, diciamo un "ritrovo" (magari anche a tema) dei blogger che si svolge nelle città Italiane in cui ogni blogger che partecipa può presentare qualche "presentazione" su un determinato argomento inerente al mondo di Internet e affini  rispetto al tema scelto (se c’è un tema). 
Il tutto viene gestito di solito online tramite una pagina in cui ognuno presenta l’argomento che vuole esporre cosicchè gli altri partecipanti possono indirizzarsi verso questa o quella presentazione, a seconda dei gusti e delle propri interessi.
Questo è quanto ho capito io "leggendo", ma sicuramente i miei amici di sopra, che l’hanno vissuto, possono spiegare meglio.

Hanno presentato insieme qualcosa sull’argomento dell’etica in rete che molto probabilmente, conoscendo i due soggetti in questione, presto troveremo online (o sui loro blog).

Essendo una "neofita" nel campo, aspetto le loro impressioni su questo evento che sta sempre di più prendendo piede nella "blogsfera" italiana, loro per quanto riguarda la presentazione e il dialogo con gli chi ha "ascoltato", e quelle di Silvia e Max in qualità di "ascoltatori".

Web4Unity di nuovo online

L’avevo anticipato qualche tempo fa che un altro sito si stava rifacendo il look.

E’ il sito di Web4Unity, realtà nata nel campo della comunicazione sull’onda dell’esperienza di NetOne.

Una rete grande come il mondo, dove ognuno si senta a casa, può non essere utopia

E’ questo lo scopo di W4U. Un gruppo di persone che credono che anche Internet possa essere uno strumento di unione e fraternità.

Un grazie a Ricir e Chico che tanto hanno lavorato in questi mesi per rendere possibile questo rientro nella "Rete grande come il mondo".

Vi aspettiamo su W4U!

C’è modo e modo di fare gli auguri

"auguro un buon natale a te e a tutti gli altri indirizzi della mia rubrica"

Semplicemente geniale!
Da mandare a tutti quelli che mandano gli auguri in copia ad amici e conoscenti. Anche se forse non tutti possono cogliere il sarcasmo.

Sull’onda della discussione che si è aperta sul blog di Dave, mi viene una riflessione.

Ma dico. Costa troppo perdere un minuto della propria vita per mandare auguri "personali" alle persone con cui condividiamo le cose?

Che poi, nemmeno significa scrivere per forza un messaggio diverso per ogni persona della propria rubrica (del cellulare o dei contatti mail), ma, personalmente, significa dare spazio a quel qualcosa di personale che mi lega con quella persona.

Prendete i miei auguri di Natale di quest’anno: ho scritto una breve citazione, una breve riflessione  personale e poi ho lasciato che il vero augurio fosse seguito da una frase personale verso quella persona.

Perchè gli auguri non devono servire alle persone che li mandano, che si mettono a posto la coscienza ("anche quest’anno gli auguri li ho fatti"), ma devono essere "utili" per chi li riceve.

Di norma, gli auguri fotocopia restano nella mia casella email o sullo schermo del cellulare giusto il tempo della lettura. Poi finiscono nel cestino.

Non li posso proprio sopportare.
Che poi, basterebbe per iniziare mettere il nome della persona a cui si mandano gli auguri … E c’è già chi ci vuole attrezzare per aumatizzare il meccanismo.

Vi lascio questa riflessione, pescata tra i commenti della discussione sul blog di Dave, di broono, che spiega anche quello che io non sono riuscita ad esprimere.

In realtà la chiave di tutto è proprio in questa tua frase qui: “…per dire la stesa cosa, gira e rigira, non mi pare il caso” E’ proprio questo, il fatto.
Chi manda questi messaggi a catena, non ha nessuna voglia di regalare un pensiero a TE che lo ricevi, ma ha solo bisogno di togliere a SE’ STESSO il dubbio di non esser stato “bravo amico che ci pensa”.
E lo dimostra il fatto che a 10 persone diverse…gira e rigira…auguri la stessa cosa, cioè in sostanza nulla di personale.
Magari quelle dieci persone durante l’anno ti hanno raccontato ognuna un suo progetto, un suo problema, un suo sogno. A me potrebbe stare a cuore un progetto di lavoro e il pensiero per me potrebbe essere l’augurio di portarlo in porto; una tua amica potrebbe desiderare un figlio e l’augurio a lei potrebbe essere quello di riuscire ad averlo. Quando da un amico ti senti augurare “Ogni cosa bella” e capisci che la stessa cosa l’ha scritta a 10 altri amici, ti chiedi che senso abbia passarci le serate a chiacchierare, se poi nel momento in cui questo amico dedica del tempo ad augurarti qualcosa, in realtà non te lo dedica affatto perché quando si è trattato di decidere se “consumarsi le dita” (mamma mia che immagine terrificante…poi magari per conquistare qualcuno mandate seicento sms al giorno) o se liquidare tutti con un generico “Auguri di tutto il bello” ha preferito la seconda, manco quei dieci secondi in più gli sarebbero costati chissà cosa. E’ questo il punto. Che tu quei 15 centesimi a testa li hai spesi lo stesso e allora uno si chiede visto che li spendi cosa mai sia così insopportabile nell’idea di farlo dedicandoci anche un pensiero personale. E qui torniamo a bomba, quei messaggi a catena servono a chi li scrive per sentirsi “bravi amici” non a chi li riceve, quasi il fare gli auguri fosse un compito da svolgere e come tale da svolgere nel modo più indolore possibile. E allora viene da chiedersi perché mai una debba spendere due euro per dirsi da sola una roba che potrebbe dirsi dandosi 10 auto-pacche sulle spalle. Perché chi li riceve, davvero tutto pensa tranne di aver ricevuto un pensiero dedicato e quindi un gesto di affetto, anzi, spesso ci si sente come un disturbo che chi ci ha mandato quell’augurio voleva levarsi velocemente e ci si chiede chi mai l’abbia chiesto, di essere un disturbo. Chi li manda invece è contento di averlo fatto perché si è messo la coscenza a posto senza essersi consumata le dita. Serve a te, non a chi li riceve. Che è l’esatto contrario del concetto di augurio. Ecco perchè sono tutto tranne che graditi.

Nota a margine:

Ho trovato davvero tanta difficoltà nell’inviare alcuni messaggini .. E mi sono accorta di non essere stata l’unica.
Ricevevo sempre un messaggio di errore .. insomma, la rete era abbastanza satura.
Strano, anche perchè la colpa non si può certo imputare alle promozioni di "sms gratuitui", visto che tali promozoni ci sono state anche gli anni scorsi e tutto, o quasi, era filato liscio.
Chissà se per domani il problema sarà risolto (che fosse solo un problema di Vodafone, il mio gestore?) o anche domani sarà la stessa storia?
Nel caso, io mi premunisco .. incomincio da stasera!