Normalità rivoluzionaria

Berlusconi si è dimesso. Napolitano si è dimostrato il Presidente. Mario Monti dovrà guidare il Governo Italiano in una corsa di risalita che può sembrare quasi impossibile.

Certo, può sembrare un po' strano che la normalità possa far scalpore, ma vedere Mario Monti (che probabilmente non è un santo) l'altra sera aspettare la moglie alla stazione termini, come un pinco pallino qualunque, ridà forza alla speranza. Forse qualcosa può cambiare, a partire da queste piccole cose. Perché le rivoluzioni incominciano con le piccole cose.

Ci voglio credere!

Questa è l’Italia

Dopo la sbornia post-festa-150, ritorniamo con i piedi per terra ad assaporare cosa comunque è l'Italia, un paese dove per non aumentare il prezzo del biglietto del cinema si preferisce aumentare il costo della benzina o dove la presidenza del consiglio dei ministri sente il bisogno di comunicare ufficialmente che il presidente del consiglio – e tutte le minuscole sono volute – durante la cena con il gruppo dei responsabili, che in cambio di un ministero daranno due voti all'attuale (per quanto ancora?) maggioranza – non ha cantato alcuna canzone. Solo in Italia certe cose. 

Prima che venga rimosso, meglio "screenshot-are".

Diamoci un po’ di speranza

Un amico sorride amaro: «Non farti illusioni, potenzialmente siamo tutti come lui e la sua corte: trombare e fare soldi, interessati solo ai bisogni primari, ai chakra bassi, per dirla alla maniera di voi che meditate e fate yoga. Sì, qualche disturbato che sogna con un romanzo o va in estasi per una notte d’amore sotto le stelle esisterà pure, ma è la buccia del chinotto: scorza sottile, percentuale insignificante».

Davvero? Davvero la maggioranza dei giovani assomiglia a quel tipo che incita sua sorella a infilarsi nel letto di un anziano miliardario, «così ci sistemiamo»? Davvero il mondo contemporaneo si divide fra padri padroni, disposti a uccidere le figlie che osano ribellarsi, e padri ruffiani che nelle intercettazioni le incitano a sgomitare perché «le altre ti sono passate davanti, svegliati!». Sarò un ingenuo, eppure vedo ancora in giro della dignità, anche in tanti poveri che una busta di 5000 euro l’hanno magari sognata, ma non la vorrebbero trovare nella borsa della figlia a quelle condizioni. Vedo donne e uomini pieni di vizi, ma che non invidiano lo stile di vita dei crapuloni e sognano di invecchiare con una persona amata al fianco e la musica di Mozart nelle orecchie. E quando, come ieri, alcuni lettori telefonano al giornale per segnalare che una luna mai così arancione è spuntata fra le colline e mi arriva sul tavolo la raccolta di poesie di una ragazza timida, allora penso che non è finita. Che la buccia del chinotto è più spessa di tutto il gas che le sta esplodendo intorno, in un enorme rutto di niente. ( il Buongiorno di Massimo Gramellini)

O, se preferite, la morale dell’Uomo Ragno: a grandi poteri grandi responsabilità. Il capo di un governo eletto dal popolo non è «uno di noi». Deve essere meglio di noi o quanto meno sembrarlo. Poiché rappresenta l’immagine del proprio Paese nel mondo, è tenuto a rispettare le sacre regole dell’ipocrisia, a contenere i suoi vizi o comunque a occultarli, come fecero Kennedy, Craxi e Mitterrand. E quando viene beccato, deve chiedere scusa e mostrarsi contrito in stile Clinton, non negare l’evidenza e parlare d’altro, di rispetto della privacy (che per lui non vale) e di complotti che anche se ci fossero non scalfirebbero il nocciolo della questione: chi fa bunga bunga può governare un impero, ma non una democrazia. (il Buongiorno di Massimo Gramellini, 19 gennaio)

Gramellini è sempre avanti.

Sanremo? Lo specchio dell’Italia

Non ho seguito quasi per niente il festival, ho solo ascolticchiato le canzoni qua e là.

Ieri sera ero a letto e ho detto dai, ascoltiamo un pezzo del Festival. Ho acceso la radio proprio nel momento in cui c’era la proclamazione del podio. Mi sono gustata la scena e poi ho spento perché oltre non ce la facevo proprio ad andare. Meglio dormire.

Ora, è il secondo anno di fila che vince l’uomo di "Amici". Non so se mi spiego. Della serie, vai in televisione per un anno e poi presentati a Sanremo. Le possibilità di vincere incominciano ad aumentare veriginosamente. E non importa se c’è gente che merita più di te (Irene Grandi, Malika, Irene Fornaciari, Cristicchi tanto per fare dei nomi). Li scavalcherai allegramente e la statuina sarà tua.

Mi sembrano assurde le modalità di voto: lo sapevano anche i sassi che con il televoto chi meritava sarebbe finito giù dalla torre mentre gli altri sarebbero stati votati in massa dalle ragazzine che già all’epoca li votarono in massa nei "talent" (??)-show.

E dopo il verdetto che ha di fatto ribaltato il giudizio dell’orchestra (gente che giusto ci mangia con la musica e direi che un minimo ci capisce) successe una cosa di cui io non ho memoria: l’orchestra, sentiti gli esclusi dal podio, incomincia a buttare all’aria e a stracciare gli spartiti, il pubblico inferocito che fischia, anche la conduttrice, Antonella Clerici, si lascia scappare più di una volta "No!" e anche un "Dissento" che rimarrà nella storia della televisione italiana e del Festival penso. Robe mai viste nel salotto per bene di Sanremo ma, io dico … finalmente qualcuno che si ribella.

Sentendo quello che è successo ieri sera all’Ariston … mi viene una considerazione: che Sanremo di fatto, è davvero lo specchio dell’Italia attuale. Purtroppo. Purtroppo perché ancora una volta si dimostra come al popolo italiano piaccia la mediocrità, l’importante è che abbia una bella faccia, sia ciovane e carino e ma si, che tenero, votiamo lui. Il merito non paga più. Io per il prossimo anno propongo una nuova categoria: quella dei Giovani, quella dei Big … e anche quella dei Talent-show. Altrimenti, chiamiamo AmiciSanremo che così nessuno si fa più delle illusioni. Che peccato e … povera Musica! 

[Photo credits]

Ho letto stamattina di sfuggita un post di Emanuele che penso scriva meglio di quanto posso aver fatto io quello che penso riguardo alle ultime questioni "politiche" (le vogliamo chiamare politiche?) italiane.

E visto che il tempo da queste parti fugge via veloce, lascio che sia lui a dire quello che penso sulla questione.

Mi sta incominciando a tornare il volta stomaco.

Come un’ape

A leggere e sentire certe cose mi viene proprio una voglia di prendere una cittadinanza diversa da quella italiana. Sono sconcertata.

Non so a voi, ma a me sembra un po’ come, non so se avete presente la scena, gli ultimi rantoli di un’ape colpita ma non ancora del tutto morta, che non sapendo più che a che santo appigliarsi continua lo stesso a  dimenarsi all’impazzata.

Però sono veramente senza parole e anche un po’ affranta, eh!

Non oso immaginare le risate che si fanno all’estero alle nostre spalle.

ps. qualche giorno fa ho ricevuto la visita su questo blog dalla rete del Ministero della Giustizia … visto come girano le cose, se per caso non mi vedeste più in giro e non aveste mie notizie sapete dove venirmi a cercare … e mi raccomando, la visita ai carcerati fa acquisire punti per il Paradiso!

[Photo credits]