Più forte

BivioLi chiamano bivi. Quei sentieri che ad un certo punto si dividono e chiedono una scelta. Puoi rallentare il passo, puoi eluderli, puoi rimandarli, ma prima o poi loro ti si presentano davanti e ti obbligano ad andare o da una parte o dall’altra. E allora ti trovi lì, con la cartina in mano, a cercare di capire dove porteranno, quale sia “meglio” prendere. E lì ti fermi. Guardi, scruti, pensi. Ti scervelli ma in fondo ognuno porta con sé sfide, probabilità, difficoltà. Ti chiedi quale sia il migliore, ma così, per quello che vedi, non puoi sapere.

Puoi soppesare vari fattori, puoi mettere a bilancia positività e negatività dell’uno e dell’altro. Puoi sentire il parere di chi li hai già percorsi, o ne ha fatti di simili. Puoi guardare alla ragione, puoi guardare al cuore. Ma il bivio è sempre lì, che ti aspetta. E dal cielo difficilmente scenderanno bigliettini con le istruzioni.

Ecco. Ora al bivio ci sono io. Dopo anni spesi nel mondo dell’informatica arrabattandomi dietro ad un monitor in un mare di codici, pigiando tasti e spremendo il cervello forse qualcosa sta cambiando. Così succede che un fatto negativo come può essere a 25 anni trovarsi in cassa integrazione, ti faccia chiedere se, certo non sarà quel bigliettino che tanti problemi risolverebbe, ma almeno sia una buona occasione per pensare di dare un giro, rischiare, uscire dalle più o meno sicurezze costruite per provare qualcosa di nuovo.

Ma certo, la ragione ti direbbe che quello che hai, tienitelo stretto, di questi tempi. Studia, riqualificati come ti han chiesto dove hai già i piedi in questo momento. Vuoi mica essere così incosciente?

Il cuore invece va in direzione opposta. Che forse sia il momento di approfittarne per andare dietro quello che sento essere più mio, quello in cui mi sembra di poter dare di più? Un salto nel vuoto. Rischiare senza sapere se e dove si atterrerà. Anche un po’ per sapermi dimostrare di saperlo fare, di saper non dipendere dalle certezze, di saper superare i sensi di colpa e di dovere.

Cuore e ragione.

Ecco, io sono lì. Cappellino in testa, cartina in mano, borraccia ai fianchi. Ad un bivio. Con tutto il tempo per poter rimediare, perché c’è una cosa sola a questo mondo che non si può risolvere. Tutto il resto è in un modo o nell’altro risolvibile, ma certo le sicurezze sono una prospettiva che ci mettono tranquillità e diciamolo, a volte frenano.

Io continuo ad essere qui, davanti a questo bivio. A dover decidere del mio futuro con una paura matta di farlo. Perchè la paura che abbiamo, sopratutto noi giovani oggi, è quella dell’insuccesso. Dobbiamo essere bravi, belli e di successo. E quindi … e quindi diventa difficile scegliere.

E se non capiamo bene, basta richiedere di spiegarci meglio“. Qualcuno mi ha scritto questa cosa recentemente e mi è piaciuta. Chiederò a chi di dovere di spiegarmi meglio, e se io non sento o non capisco, di farlo più forte. Per trovare il coraggio di riuscire a non voltarmi indietro quando una decisione l’avrò presa.

“Quelli che non camminano per non sbagliarsi, fanno uno sbaglio più grave.” (questa invece è di Papa Francesco)

 

[ photo credit ]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *