Mani e manine

Il questi giorni, oltre ai numeri e numeretti, rilassamenti lineari, tagli vari, primali, duali etc,  sto tentando di preparare anche l’esame di fisica …. e mi è sorto un dubbio: se mai mi dovessi fare male alla mano destra, riuscirei ugualmente a fare l’esame? No, perché avreste dovuto vederci a lezione quante volte ci siamo messi lì a lavorare con la famosa "regola della mano destra" che è tanto carina anche se ha il piccolo inconveniente che in certi esercizi si rischia seriamente di farsi male, talmente si mettono le dita in posizioni strane.

Delle due varianti preferisco di più quella che si utilizza per trovare il verso di un campo magnetico (come nell’immagine qui a fianco) … l’altra veramente faccio un po’ di fatica ad utilizzarla, ma pur di non dover vedere apparire nell’esame astronauti, gente che lancia mele dalla finestra, macchine che vanno e vengono, sarei anche disposta a "giocare" con la mano.

Prima che qualcuno chiami "Chi l’ha visto" … sono semplicemente in clausura pro-esami.

Aspettando le dispense che il prof ci ha detto che le avrebbe messe entro la mezzanotte di martedì … ad ora non sono ancora apparse, ma se non fosse che nessuno avrebbe accettato, l’avrei scommesso.
Penso che il giorno di Natale mi farò dare un’infarinatura generale dallo zio in vista dell’esame a gennaio, forse rischio di capirne di più.

Si parla in dipartimento di cambiare l’ordinamento, passando dai trimestri ai semestri: magari!
Poi il prossimo anno di questi tempi magari sarò qui a lamentarmene, ma finire le lezioni il giorno X e incominciare a dare esami il giorno X+2 non è certo una bella cosa. Cioè, è anche una scelta, perché è vero che c’è un altro appello a inizio gennaio. Ma fortuna vuole che coincida con una delle cose dell’anno a cui tengo di più e per cui farei i salti mortali pur di non saltarla.

Magari l’esame dell’ "X+2" lo andrò eventualmente a (ri)dare a Parma dove il nostro prof. si reca tutte le settimane per insegnare praticamente lo stesso programma che svolge da noi, con la piccola differenza che lì il corso è semestrale e l’esame lo daranno con calma a gennaio avanzato. Noi invece corriamo come dei treni (questo capitolo, Trenitalia intendo, meriterebbe un capitolo a parte, ma è come sparare sulla croce rossa, me ne rendo conto) compattando il tutto in poco più di due mesi – e abbiamo cominciato le lezioni tipo una decina di giorni prima che cominciassero a Parma, mica mesi prima! – e due giorni dopo l’ultima lezione ci becchiamo il primo appello. Ci piace essere masochisti, che ci volete fare.

E poi ci sono anche quelli che cominciano le lezioni con molta calma e adesso vogliono mettere lezioni supplementari anche il sabato o in un qualsiasi buco disponibile nell’orario (arriveranno a proporci di fare lezione anche nel dopocena?) perché non gli bastano le lezioni. Bah.

Ma tanto "arrabbiarsi" non serve a niente. Speriamo solo passi in fretta!

… comunque il prof che oggi è arrivato a lezione con il cappello da cowboy meriterebbe un premio!
Noi ovviamente tutti piegati in due dal ridere!

Mentre invece le due tipine che ho incontrato per strada in pausa pranzo, che con il cellulare cantavano a squarciagola una canzone della Pausini (poi almeno fossero state un po’ intonate … e invece neppure quello), quelle no, spero di non rincontrarle più che mi hanno fatto andare per traverso il toast che stavo mangiando

Pensieri sparsi (non troppo collegati tra loro)

– La cosa simpatica del random del lettore mp3 è quando hai due canzoni uguali in "versioni diverse" (tipo studio e live) e partono una dopo l’altra!

– L’esercizio che abbiamo fatto oggi durante le esercitazioni di fisica era davvero esilerante:

"In una nota barzelletta un uomo cade dall’Empire State Building (circa 300m di altezza, 100 piani) e arrivato al terzo piano dice: "fin qui tutto bene". Stimare la veridicità del racconto". Lascio a voi la soluzione, se volete.

– Non parliamo poi delle citazioni che l’uomo "issilon" mette alla fine delle sue slides prendendole dal libro di testo. Quella di oggi è veramente una chicca:

"L’iterazione è umana, la ricorsione è divina"

Perché, come, giustamente ha detto la prof di fisica alla prima lezione:

"a questa risposta chiedo la domanda"

Variante torinese del Padre Nostro:

[…] e dacci oggi la nostra pioggia quotidiana […]

Comunque, per cambiare argomento, leggiucchiando in questi giorni le dispense di CVS (lo so, mi voglio fare del male), sono giunta alla conclusione sarà abbastanza dura riuscire ad arrivarci in fondo.

Qualche esempio:

Lingua parlata e lingua scritta: la lingua parlata presenta numerose differenze dialettali e di registro linguistico. La lingua scritta è più stabile; i parlanti usano la voce (cadenza, intensità, intonazione e ritmo) e sfruttano i gesti (movimenti del corpo e espressioni facciali); i parlanti usano le pause e l’intonazione. Gli scrittori usano la punteggiatura; i parlanti pensano e parlano quasi nello stesso tempo. Gli scrittori prima pensano e poi scrivono; il parlato è di solito spontaneo e poco pianificato. La maggior parte dei testi scritti richiede del tempo per la loro realizzazione. Per questo un testo scritto va pianificato. Gli scrittori possono tornare indietro nei loro testi e modificare quello che hanno scritto; di solito il parlante parla con un interlocutore che è presente […]. Per lo scrittore la risposta del destinatario è rinviata Lezione III – La lingua nel tempo […]. Lo scrittore è dunque costretto a immaginarsi il proprio lettore e a favorirne l’interpretazione; il parlato è spesso usato in modo informale e ripetitivo […]. Lo scritto è più formale e compatto […]. Esso procede secondo logica a sviluppare un discorso e evita le ripetizioni; scritto e parlato seguono una sintassi diversa nel disporre i messaggi uno dopo l’altro

Copiato e incollato dalle dispense (da una citazione, per essere precisi).
Ma dare un senso logico a tutto no, eh?

Poli 1 – UniTo 0

Come dicevo nel post precedente, il prefetto di Torino ha chiuso TUTTE le scuole e sopratutto ha consigliato di muoversi in meno possibile in città.

I due poli Universitari di Torino come si sono comportati di fronte a tale appello? Una con senso civico, l’altra con senso "non-definibile".

Il Poli ha pubblicato una news in cui annuncia la sospensione per la giornata di domani di tutte le attività didattiche per venire in contro alla richiesta del prefetto.

L’Università degli Studi (UniTo) che fa, invece? Conferma le lezioni, ovvio! Si deve in qualche modo contraddistinguere, no?

L’Università ha invece annunciato che le lezioni non saranno sospese.

[da torino.repubblica.it]

E tanto presumo si troveranno le aule deserte.

Da noi in Dipartimento di Informatica è stato messo un avviso sul sito, nel quale si consiglia di controllare la situazione dei ponti e della circolazione prima di andare a lezione. Ma tante stanno man mano "saltando".

Anzi, l’ultima news è che sarà tutto chiuso! Grande il DI! 😉

Non che io avessi qualche intenzione ad avventurarmi per Torino domani con il serio rischio di non riuscire a tornare a casa, ma per lo meno, visto che così ha chiesto il Prefetto, mi sembra la soluzione più sensata per tutti … tranne che per UniTo.