11 settembre, una storia vera

2001 – 2006

Si sono spese tante, forse troppe parole su quell’undici settembre di 5 anni fa.
Mi viene da ripensare a quei momenti, inerme davanti alla televisione.
Con il pensiero a N., che solo qualche giorno dopo sarebbe dovuta partire proprio per New York.

In questi anni tanti si sono scontrati sulla veridicità del rapporto ufficiale.
C’è chi dice che le Twin Tower sono state fatte saltare con una carica esplosiva, il Pentagono è stato sventrato da un camion-bomba o da un piccolo aereo. Altri rispondono che non ci sono stati complotti.
Dove sta la verità?
In questo giorno sarebbe bello che questi continui botta e risposta tacessero, in memoria delle vittime di quel giorno.
Non importa sapere come, chi. Io sono sulle posizioni di Attivissimo. Ma oggi questo non dovrebbe importare.
Cinque anni fa migliaia di persone persero la vita in quello che è l’episodio che ha segnato il nostro tempo, forse irrimediabilmente.

La memoria, per l’undici settembre come per altre tragiche pagine di questo Mondo, non si deve fermare ad un giorno. La memoria di questi fatti tragici ci deve ricordare come nella quotidianità ci si giochi la Pace, il rispetto tra i popoli.  Per non arrivare ad un altro Undici Settembre.

Allunaggio & Complotti. La mia idea

Si fa un gran parlare delle apparenti parole "shock" della NASA, che nei giorni scorsi ha annunciato di aver perso – o meglio, di non trovare – alcuni video dello sbarco sulla Luna.

Si potrebbe concludere il tutto con un "bravi scemi", se non fosse che l’argomento è tra quelli più chiacchierati dai cosidetti "complottisti", quelli cioè che non sposano le versioni ufficiali degli eventi, ma credono che esse siano creati ad arte e di conseguenza, che tutti ci vogliano prendere per il naso.
Altro caso simbolo è quello dell’11 settembre.

Senza entrare nel merito della discussione – al mio posto lascio parlare il sempre presente Attivissimo, che fa un’analisi lucida e razionale dell’accaduto, ridimensionando di fatto tutto il gran parlare – mi viene una domanda spontanea, soprattutto verso i complottisti:

ma pensate davvero che astronauti, tecnici, ingegneri e tutti quelli che avrebbero lavorato nel dietro le quinte (perchè a differenza dell’11 settembre, nel ’69 c’era il "preavviso") di questo grande film girato ad Holliwood (come da tesi dei complottisti), in 40 anni non abbiano avuto niente da dire? Che in 40 anni non si siano lasciati sfuggire con conoscenti, amici, parenti e perchè no, stampa, un minuscolo insignificante dettaglio che potesse minare il "grande segreto"? E che le spie russe, "offese" dello smacco dato loro dagli americani non abbiano cercato di svelare il segreto che lo sbarco non era stato nient’altro che un bel filmino girato in uno studio televisivo?

Ho una mia teoria in proposito.

La possibilità di un complotto è inversamente proporzionale alle persone che girano intorno all’evento conteso.

Da questo deriva che:

La possibilità di un complotto diminuisce all’aumentare delle persone che prendono parte all’evento.

Semplicemente perchè cresce il numero delle persone da "far tacere". E di conseguenza cresce la probabilità che il segreto non resti tale.

Penso poi un’altra cosa.
Piuttosto che stare a disquisire su siamo andati sulla Luna sì, siamo andati sulla Luna no, sarebbe più utile chiarire cosa successe l’11 settembre. Perchè, a differenza dello sbarco sulla Luna, che di per sè oggi offre solo un po’ di curiosità, il crollo delle Torri Gemelle ha cambiato il mondo, con le conseguenze che oggi sono pultroppo sotto i nostri occhi. Non che creda al complotto, per carità.
Le Torri Gemelle non sono cadute per delle cariche (cosa che tra l’altro offende anche la memoria di chi su quell’aereo c’era ed è morto – tra l’altro sono di oggi alcune trascrizioni di telefonate dalle Torri) e dicasi la stessa cosa per il Pentagono. Ma è indubbio che l’America abbia beneficiato politicamente dell’attacco. Che in qualche modo, abbia "lasciato fare". Certo. Nessuno immaginava un attacco di tali dimensioni. Magari solo qualche piccolo attentato in una metropoli. Al resto ci ha pensato la mente perversa degli attentatori.