Sul tram – La mamma e il libro

Stamattina seduti qui vicino a me ci sono una mamma con il figlioletto.
La mamma ha in mano uno dei intramontabili libri dell’infanzia di tanti, il ‘Battello a vapore’.
Pagina dopo pagina legge, come se a stesse davvero vivendo, cambiando l’intonazione della voce a seconda delle situazioni, la storia al figlio, che ascolta incantato, non esimendosi però ogni tanto da fermare la lettura per chiedere spiegazioni sul significato di una parola o per commentare l’ultimo passaggio ascoltato.

E io? Per una mattina poso l’auricolare e mi godo un po’ di fanciullezza, peccato dover scendere e non sapere come finisce la storia!

Scarpe al contrario

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Raccontavo ad una persona recentemente della mia pausa pranzo, che faccio a casa della “santa” zia, due numeri civici più in là dell’ufficio. Santa perché ha dato le chiavi di casa prima a mia sorella ai tempi dell’università, e ora a me. È un piccolo regalo quotidiano, perchè mi permette di staccare il cervello per un po’. Nei giorni in cui dopo pranzo non vado a fare due passi, volendo ho a disposizione un letto, un divano per riposare, la tv da accendere…quasi il regno dei balocchi! Ma la cosa che mi piace di più, devo ammetterlo, è entrare e trovare i giochi dei miei cugini ad attendermi. Macchinine, lego … oggi il tappetone con gli animali e i numeri. Tutto quello che mi aiuta a ritornare con i piedi per terra, a cercare di prendere le cose e le difficoltà che magari ho lasciato due civici più in là con filosofia. Lo spirito di un bambino che si mette le scarpe al contrario per gioco e ti vuole convincere che le ha messe nel verso giusto. “Dovete tornare bambini”. Aveva proprio ragione.

Sul tram – La cosa più temuta

La cosa più temuta dagli abituali frequentatori dei bus e tram è il vedere alla fermata in cui si sta arrivando una scolaresca distribuita (ma d’estate il discorso allargatelo tranquillamente alle estati ragazzi), più o meno (spesso meno) ordinatamente sulla banchina.
E sperare per un momento che no, non debbano salire lì, dove sei tu. E nella frazione di secondo successiva doversi arrendere all’idea che no, saliranno proprio lì.

E quindi sotto con schiamazzi, maestre, insegnanti, educatori che tentano di tenerli a bada perchè per alcuni salire sul tram diventa quasi come andare alle giostre. Lo spazio è già quello che è, ma loro vorrebbero sempre andare da un capo all’altro per stare con l’amico, “devo dire una cosa a Mattia”…piccoli moti perpetui tra urli, scherzi, musica di Gigi D’Alessio a palla…

Ma il momento topico è quando da un capo all’altro del bus si leva la voce: “scendiamo alla prossima fermata”. E lì scatta il panico, si fa tutto un eco e un “passaparola” vociante in modo che nessuno si dimentichi di scendere.
Poi arriva fialmente la fermata e un altro grido, più perentorio del primo: “si sceeeeende”.
Apriti sesamo. Incomincia una corsa a chi scende per primo, quasi alla fermata ci sia un premio per chi taglia il traguardo.
Ma nonostante questo immancabilmente qualcuno deve essere preso a forza per un braccio e tirato giù. È allora che scatta la frase tipica, dell’accompagnatore1 all’accompagnatore2: “Sono scesi tutti?”. La risposta, 99 volte su 100 è fortunatamente positiva.

E fino alla prossima scolaresca, di nuovo un po’ di quiete. Ma in fondo in fondo: quanto avrei voluto essere uno di quei bambini?