Prima che qualcuno chiami "Chi l’ha visto" … sono semplicemente in clausura pro-esami.

Aspettando le dispense che il prof ci ha detto che le avrebbe messe entro la mezzanotte di martedì … ad ora non sono ancora apparse, ma se non fosse che nessuno avrebbe accettato, l’avrei scommesso.
Penso che il giorno di Natale mi farò dare un’infarinatura generale dallo zio in vista dell’esame a gennaio, forse rischio di capirne di più.

Si parla in dipartimento di cambiare l’ordinamento, passando dai trimestri ai semestri: magari!
Poi il prossimo anno di questi tempi magari sarò qui a lamentarmene, ma finire le lezioni il giorno X e incominciare a dare esami il giorno X+2 non è certo una bella cosa. Cioè, è anche una scelta, perché è vero che c’è un altro appello a inizio gennaio. Ma fortuna vuole che coincida con una delle cose dell’anno a cui tengo di più e per cui farei i salti mortali pur di non saltarla.

Magari l’esame dell’ "X+2" lo andrò eventualmente a (ri)dare a Parma dove il nostro prof. si reca tutte le settimane per insegnare praticamente lo stesso programma che svolge da noi, con la piccola differenza che lì il corso è semestrale e l’esame lo daranno con calma a gennaio avanzato. Noi invece corriamo come dei treni (questo capitolo, Trenitalia intendo, meriterebbe un capitolo a parte, ma è come sparare sulla croce rossa, me ne rendo conto) compattando il tutto in poco più di due mesi – e abbiamo cominciato le lezioni tipo una decina di giorni prima che cominciassero a Parma, mica mesi prima! – e due giorni dopo l’ultima lezione ci becchiamo il primo appello. Ci piace essere masochisti, che ci volete fare.

E poi ci sono anche quelli che cominciano le lezioni con molta calma e adesso vogliono mettere lezioni supplementari anche il sabato o in un qualsiasi buco disponibile nell’orario (arriveranno a proporci di fare lezione anche nel dopocena?) perché non gli bastano le lezioni. Bah.

Ma tanto "arrabbiarsi" non serve a niente. Speriamo solo passi in fretta!

sei di Torino se …

Solitamente non amo particolarmente ricevere le catene via email per tanti motivi (ad esempio perché chi le manda nel 99% dei casi mette una sbrodolata di indirizzi in chiaro), ma qualche tempo fa mi era arrivata questa, che è abbastanza simpatica e ne avevo fatto un post che però era rimasto in un angolo desolato del computer. Casualmente l’ho ritrovato e lo ripropongo qui con qualche mio commento che avevo scritto all’epoca.

  • sei di Torino quando per dire che hai marinato la scuola dici : ho tagliato!

Si, in effetti anche io ho sempre detto "tagliato" (anche se in realtà i miei libretti scolastici da questo punto di vista erano molto "lindi", per cui mi riferivo ad altri )

  • sei di Torino se l’appartamento lo chiami "alloggio"…

Bah, secondo me si dice così anche in altre parti d’Italia

  • sei di Torino se chiami "bignola" il pasticcino…

Questa non la sapevo. L’ho sempre chiamato pasticcino, al più "paste" 

  • sei di Torino se quando ordini un Marocchino in Calabria ti guardano come se fossi un marziano…

Mai stata in Calabria quindi non posso confermare. E mai chiesto un Marocchino in un bar. Wikipedia dice addirittura che "è nato" a Milano .

  • sei di Torino se tifi Toro

Eh no, eh! Torino è bianconeraaaaaaaa!

  • sei di Torino se per fare la svolta da corso a corso ti metti nel controviale…

Non ho la patente e non ho mai fatto caso come fanno gli altri. Rimedierò, al di là del fatto che suppongo che anche nel resto d’Italia ci siano persone che si comportano allo stesso modo .

  • Sei di Torino se d’estate al bar siedi nel Dehor…

Perché in altre parti d’Italia invece non si fa?

  • sei di Torino quando dici "beh, io a questo punto farei che andare a pranzo" e loro ti guardano ancora più strano e si chiedono perché non puoi andare e basta senza "fare che andare"…

Può essere che lo dica … ma dovrebbe dirmelo qualche non-piemontese .

  • sei di Torino quando la frase "ho fatto la figura da cioccolataio" non è positiva, anche tu fossi golosissimo …

Ho sempre sentito espressioni più "pepate" … ma si, in effetti alle volte capita anche di sentirlo .

  • Sei di Torino quando pensi che girare a destra quando il semaforo e’ rosso sia legale…

Tutto il mondo è paese. Avete mai provato a girare a piedi per Roma, dove hanno un codice della strada tutto loro ed è bene farsi istruire per bene prima di avventurarsi per le sue strade?

  • sei di Torino quando fuori dal Piemonte ordini uno stick al bar e ti guardano come se venissi da Marte…

Uhm … devo provare

  • Sei di Torino se anzichè chiedere "Come va?" dici "Com’è?" e nel 90% dei casi ti rispondono "Com’è cosa?"

Oh questo si, lo facevo un sacco di volte … anche se a dire il vero adesso ormai grazie a frequentazioni extra-piemontesi sto perdendo il vizio

  • sei di Torino se a chi non è di Torino (o del Piemonte) chiedi un cicles e nessuno sa cosa sia…

Si, quando ero più piccolina succedeva anche questo … adesso ho imparato!

  • sei di Torino quando abusi del "più", preferibilmente a seguito del "solo"(es.: ne restano "solo più" 2) …

Non l’ho capita, perché, "è italianamente scorretto"? (domanda da ignorante che l’altro giorno ha scritto "anno" –> hanno: no comment! ) Io comunque avrei detto quando abusi del "nè" ogni tre parole … quello sì

  • sei di Torino se dici "non mi oso"…

Solo io penso che lo si dica anche in Sicilia?

  • sei di Torino quando…sei in viaggio, soffri la macchina ed esclami "sto patendo!!!"

Idem come sopra

  • sei di Torino se per te ogni via larga e lunga è un Corso …

Beh, è anche ovvio … a Torino penso la metà delle strade siano dei corsi

  • sei di Torino se ti giran le balle se una via principale fa una curva …

Ma no, non è vero. Certo che la pianta tendenzialmente squadrata aiuta molto (ad lì là del fatto che qualche genovese ultimamente mi abbia detto che questo invece confonde perché tutte le vie sono uguali .. de gustibus – anzi, per fare i raffinati usiamo la locuzione – ah che brutti ricordi questo nome – "De gustibus non est disputandum" , visto che Wikipedia dice che solo "de gustibus" è latino maccheronico), ma ogni tanto qualche curva ci sta bene

  • sei di Torino quando fuori dal Piemonte vai al bar e chiedi una brioche…

No, perché scusa, come si chiama fuori dal Piemonte?

  • Sei di Torino quando in vacanza ordini un San Simone e guardandoti perplesso il cameriere ti porta un’immaginetta sacra…

Non so cosa sia un San Simone, è grave?

  • sei di Torino quando commenti qualcosa andato storto dicendo "Suma bin ciapà"…

  • sei di Torino se guidando gridi "Bùgia!" a chi va piano…

Oh yeah! Ultimamente diciamo che lo alterno volentieri a "Vamosssss"

  • sei di torino quando ti perdi se le strade non si incrociano in modo perpendicolare…

Vedi sopra.

  • sei di Torino se leggendo alcune frasi precedenti ti sei ripetuto: "Perchè scusa? Non si dice così ovunque??"

Deliri universitari

Dopo aver sperato di aver definitivamente "chiuso" l’ormai lontano 4 luglio 2007 con loro, sono tornati a farmi compagnia condensatori, circuiti, resistenze, voltmetri e compagnia bella.

Ma devo dire che questa volta, se mai uscisse qualcosa del genere allo scritto di fisica forse sarei anche contenta.
Meglio che starsi ad arrovellare su fantascientifici astronauti che lanciano sassi da dirupi intergalattici.

Ieri intanto abbiamo fatto lezione in Piazza Castello a Torino.
Sulla 70-80ina che seguiamo di solito le lezioni ci siamo ridotti ad una 20ina per la prima lezione e forse una 50ina per la seconda (stime del prof). Prevedibile.
In più ovviamente abbiamo beccato il giorno piovoso e più freddo della settimana. Chiedere alla mia mano destra per conferma.

Qui qualche foto, si spera nel frattempo che ne arrivino altre.

Mitico il prof di algoritmi che per volantinare correva dietro a qualsiasi persona passasse per la piazza, anche se alle volte le persone aumentavano il passo un po’ terrorizzate da quest’individuo che ti piombava alle spalle senza un minimo di preavviso. E noi giù a ridere.
E mitica la mia compagna con il termos con il caffè!

Nota di demerito invece per la mitica coppia di prof di economia che in classe dicono che i non frequentanti (io frequento, ma per sicurezza vorrei per lo meno dare un’occhiata a questo libro) devono studiare un libro e poi nella pagina del corso ne segnano altri, tra l’altro uno visto oggi in biblioteca, simil "mattonazzo" poco digeribile .
Speriamo prima o poi si capisca qualcosa.

Elezioni americane: la lezione di McCain

L’America ha scelto.

Barack Obama è il 44° presidente degli Stati Uniti d’America.

Sembra che ci sia aria di cambiamento nel mondo dopo questo voto. E speriamo davvero che sarà così, perché Obama è atteso da grandi sfide.

Sono contenta della scelta degli Americani, anche se su alcuni punti il programma del vincitore mi convince poco. Ma nella vita bisogna sapersi accontentare.

Quello che vorrei sottolineare di questi giorni, però, è il discorso di commiato di McCain, candidato repubblicano, lo "sconfitto".
Mi ha impressionato perché mi ha dato l’idea di cosa debba essere la Politica, di cosa è la Democrazia e di quanto noi, di qualsiasi colore sia chi ci rappresenta, ne siamo distanti.

Non solo ha fatto i complimenti ad Obama per la sua vittioria, ma ha detto che è il suo Presidente, ha azzittito chi dalla platea fischiava e ha dato una lezione di cosa voglia dire gareggiare onestamente e saper rendere merito all’avversario e prendersi le proprie responsabilità per la sconfitta.

Era amareggiato McCain, e non poteva essere altrimenti, ma si è dimostrato prima di tutto corretto.

Magari è stato un discorso studiato, calcolato a tavolino, però ha colpito e dispiace che i media non abbiano saputo metterlo in risalto in modo efficace.

Potrei dire tante cose, ma lascio lo spazio ad un bell’articolo apparso sul Messaggero che esprime quello che avrei voluto dire io.

Onore dunque a McCain, che ci ha fatto cogliere in tutta la sua pesantezza la crisi "politica" che versa dalle nostre parti.

L’America dunque "cambia", affidando il timone del governo più importante del mondo ad un uomo giovane, di soli 47 anni, che dimostra con cose "semplici" (come ad esempio mettere sul proprio account di Flick le foto della sua elezione, da cui è tratta la foto qui sopra) di voler dare un cambiamento.

Di errori ne farà tanti, non vorrei che le persone che festeggiavano in questi giorni si dimenticassero che capiterà anche a lui sbagliare e allora non sarà subito da prendere a "sassate". L’errore farà parte del gioco.

Noi abbiamo invece presidenti della Repubblica che se non hanno minimo ottan’anni non vengono eletti, presidenti del consiglio ultrasettantenti e abbronzati (perché parlava di sè stesso, vero?) che credono di fare gli spiritosi, che vogliono essere sempre al centro dell’attenzione internazionale con la regola universale "che se ne parli bene, che se ne parli male, l’importante è che se ne parli" e non si rendono conto che certe cose all’estero non sono tollerate, perché la Politica, quella vera, non è un gioco e uno scherzo.

E abbiamo anche un’opposizione che invece che cercare di "costruire", cerca di distruggere tutto quello che si può, mettendo in giro manifesti di indubbio poco gusto contro un ministro italiano che può anche aver detto cose "inopportune", ma che non è necessario mettere alla gogna pubblica in questo modo.

McCain, da sconfitto, ha dato una grande lezione. Ma ho il dubbio che qualcuno da queste parti la possa capire. A destra come a sinistra.

Se guardi sempre quello che hai lasciato indietro non riuscirai a vedere quello che ti sta davanti

Dice pressapoco così, ad un certo punto, Gusteau, in Ratatouille, che ho visto nel viaggio per Roma.

Mi ri-sottolineava una segreto importante per fare della nostra vita un piccolo Capolavoro: che la nostra vita si gioca nell’adesso, non ieri e neanche domani